Triadite e pancreatite del gatto: cause, diagnosi e trattamento
Introduzione
La pancreatite nel gatto era considerata una malattia poco frequente, ma in realtà rappresenta il disturbo più comune del pancreas esocrino in questo animale. Se non viene trattata correttamente, può causare una notevole morbilità e mortalità. Infatti, la pancreatite nel gatto è solitamente accompagnata da diverse malattie che colpiscono altri organi, anche se non è stato possibile chiarire se queste patologie siano una diretta conseguenza della pancreatite o il risultato degli stessi processi patologici che l'hanno prodotta.
Oltre alle comorbidità come il diabete mellito, la tromboembolia polmonare e la lipidosi epatica, la pancreatite è stata associata alla triadite, un'infiammazione del pancreas, del fegato e dell'intestino tenue. Questo problema colpisce il 50-56% dei gatti con diagnosi di pancreatite e il 32-50% di quelli con colangite ed epatopatia infiammatoria, come indicato da uno studio realizzato da K W Simpsondella Cornell University(1).
Eziologia della triadite e della pancreatite nel gatto
Il 95% dei casi di pancreatite nel gatto è considerato idiopatico e non sono stati identificati fattori di rischio specifici (età, sesso, razza, peso, dieta o farmaci) per questa patologia.(2)
Sono state prese in considerazione svariate ipotesi per spiegare l'eziologia della triadite e della pancreatite nel gatto, come spiega la Dott.ssa Carolina Arenas nel suo Webinar sulle malattie del pancreas esocrino nei gatti. Si fa riferimento a un collegamento con disturbi biliari come la colangite e le malattie infiammatorie intestinali, come riscontrato in uno studio condotto da F C Fragkou et al, che possono avere origine in un disturbo del sistema immunitario.(3)
Si sospettano anche diversi agenti parassitari (Toxoplasma gondii, Eurytrema procyonis, Amphimerus pseudofelineus) e virali (coronavirus, parvovirus, herpesvirus, calicivirus). Inoltre, in alcuni casi, la triadite e la pancreatite nel gatto sono state associate a traumi addominali, ischemia, tumori pancreatici, ostruzione dei dotti pancreatici, ipotensione, ipercalcemia acuta, avvelenamento da organofosfati e il consumo di determinati farmaci.(2,3)
Data la complessità dei meccanismi fisiopatologici alla loro origine, è probabile che queste condizioni siano multicausali, cioè dovute a un gruppo eterogeneo di condizioni che innescano una risposta infiammatoria e immunitaria nel gatto e finiscono per colpire i batteri enterici.(2,3)
Per quanto riguarda la fisiopatologia, la patogenesi della pancreatite è associata, nell'uomo e nel gatto, all'attivazione prematura di enzimi pancreatici come il tripsinogeno nelle cellule acinari pancreatiche e alla successiva autodigestione pancreatica. Tuttavia, la causa scatenante di questo processo infiammatorio non è stata determinata.(3)
Segni clinici
I segni clinici e i riscontri dell'esame obiettivo associati alla pancreatite acuta e cronica non sono specifici nei gatti. I segni clinici possono tuttavia aiutare a classificare la gravità della pancreatite.
I segni clinici più comuni includono letargia, anoressia parziale o totale, vomito, perdita di peso, diarrea e dispnea. All'esame obiettivo si riscontrano solitamente disidratazione, ipotermia, ittero, dolore addominale, ipertermia e organomegalia nell'addome craniale.
Va notato che i gatti con pancreatite di solito non presentano dolore addominale, in netto contrasto con la medicina umana, dove questo è uno dei segni clinici caratteristici.
Diagnosi
Di seguito forniamo una panoramica delle principali prove diagnostiche(3):
1. Radiografia addominale: secondo l'ultimo consenso dell’ACVIM, la radiografia addominale non è un test né sensibile né specifico per la diagnosi di pancreatite. Nella pancreatite grave è possibile identificare una perdita di dettaglio peritoneale nell'addome craniale o un effetto massa.
2. Ecografia addominale: l'ecografia addominale rimane il metodo di imaging più utilizzato. Alcuni dei riscontri più comuni nei gatti con pancreatite acuta includono: Ingrossamento del pancreas, mesentere iperecoico e liquido addominale libero. Tra i riscontri comuni nella pancreatite cronica si annoverano un modello iperecoico o misto, dilatazione del dotto biliare, ingrossamento del pancreas e bordi irregolari. Sebbene non siano normalmente utilizzate come metodo di imaging di routine per questa patologia, è stato descritto anche l'uso di TAC e RM.
3. Patologia clinica:
- Analisi biochimiche, ematologiche e delle urine: sebbene questi esami non siano specifici per la diagnosi di pancreatite, sono utili per escludere altre diagnosi differenziali e diagnosticare comorbidità o complicazioni.
All'emocromo è comune riscontrare un aumento della serie rossa secondario alla disidratazione. Per quanto riguarda la serie bianca è comune riscontrare un leucogramma infiammatorio.
Nell’analisi biochimica è comune trovare un aumento degli enzimi pancreatici (ALT, AST) e della concentrazione di bilirubina totale a causa dell'infiammazione dell'albero biliare, ostruzione biliare e/o lipidosi epatica.
Creatinina, BUN e SDMA possono aumentare a causa della disidratazione e/o dell'azotemia. Si possono riscontrare anche disturbi elettrolitici, i più comuni dei quali sono ipokaliemia, ipocloremia, iponatriemia e ipocalcemia.
- Lipasi pancreatica: le cellule acinari pancreatiche sintetizzano e secernono una serie di enzimi digestivi attivi che vengono rilasciati nell'intestino tenue attraverso il dotto pancreatico. In presenza di infiammazione, alcuni di questi enzimi raggiungono lo spazio interstiziale per poi passare a livello vascolare. In teoria, quindi, la determinazione di questi enzimi o zimogeni può essere utilizzata come marcatore diagnostico del danno acinare.
Esistono diversi test disponibili in commercio per la determinazione della lipasi: attualmente, quello con la più alta sensibilità e specificità è il test ELISA per la determinazione dell'immunoreattività della lipasi pancreatica sierica (fPLI). Va tuttavia notato come la sua sensibilità sia maggiore nei casi di pancreatite grave rispetto alla pancreatite lieve.
Attualmente, la combinazione di ecografia e fPLI è il metodo diagnostico di riferimento.
4. Istopatologia
- Esame citologico: consente di esaminare l'area focale dell'aspirazione, tuttavia questo campione potrebbe non essere rappresentativo di tutto il tessuto pancreatico.
- Biopsia: per molti anni, la biopsia pancreatica è stata considerata il “gold standard” per la diagnosi ante-mortem della pancreatite. La procedura può essere eseguita chirurgicamente o con tecnica laparoscopica. Si consigliano biopsie multiple; se è possibile effettuare una sola biopsia, si raccomanda di prelevare il campione dal lobo sinistro.
La pancreatite cronica nel gatto è caratterizzata istologicamente da infiammazione linfocitaria o linfoplasmocitaria, fibrosi e atrofia degli acini pancreatici. La pancreatite acuta può essere necrotizzante o suppurativa, a seconda che la caratteristica predominante sia la necrosi o l'infiltrazione neutrofila.
Trattamento della triadite felina
Il trattamento della triadite felina consiste prevalentemente in misure di supporto. In caso di disidratazione, comune nelle pancreatiti a causa di vomito, diarrea o per consumo insufficiente di acqua, è necessario applicare una fluidoterapia endovenosa per mantenere la perfusione tissutale generale e pancreatica, evitando che il paziente vada in shock ipovolemico.
Per il vomito si dovrebbe usare un antiemetico, tenendo conto che gli antagonisti dopaminergici sono generalmente meno efficaci, per cui si raccomanda di ricorrere ad antagonisti del recettore 5-HT3, antagonisti dei recettori α2-adrenergici e antagonisti dei recettori NK1, come indicato in un articolo pubblicato da Xenoulis, P. & Steiner, J. (2009)3.
Quando si verifica un episodio acuto di pancreatite, si consiglia l'uso di analgesici anche se non si rileva clinicamente dolore, secondo uno studio condotto da Debra L Zoran 14. Si può prendere in considerazione l'uso di oppioidi iniettabili e di oppioidi orali come la buprenorfina.
Per quanto riguarda l'uso dei corticosteroidi, esistono studi sul loro impiego nella pancreatite acuta nell'uomo e nel cane in cui è stato dimostrato un miglioramento della prognosi. Tuttavia, in assenza di studi sui felini, il più recente consenso dell’ACVIM non ne raccomanda l'uso di routine. Devono comunque essere presi in considerazione nei gatti con altre comorbidità, come l'enteropatia infiammatoria cronica e la colangite sterile.
È anche importante che l'animale segua una dieta corretta che fornisca le proteine di cui ha bisogno. Poiché questi pazienti di solito presentano inappetenza, si consiglia di non forzarli, ma di ricorrere a stimolanti dell'appetito come la mirtazapina o la ciproeptadina. Nei casi di anoressia totale si raccomanda l'alimentazione enterale. Di norma non è necessario limitare i grassi, come indicato in uno studio pubblicato sulla rivista In Practice5, anche se si raccomanda l’uso di diete altamente digeribili come le “diete gastrointestinali”.
Conclusioni
La pancreatite è stata associata alla triadite, un'infiammazione del pancreas, del fegato e dell'intestino tenue. L'eziologia è multicausale e i segni clinici sono spesso aspecifici. La combinazione di ecografia addominale e determinazione dell'immunoreattività della lipasi pancreatica sierica (fPLI) rappresenta il metodo diagnostico di riferimento. Il trattamento è di supporto e deve essere adattato ai segni clinici.