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    Calicivirus nel gatto: sintomi clinici e trattamento

    Il calicivirus del gatto o calicivirus felino (FCV) è un virus a RNA altamente contagioso e ampiamente diffuso nella popolazione felina. Causa frequenti infezioni delle vie respiratorie, del tratto digerente e della congiuntiva oculare nei gatti.

    Epidemiologia e patogenesi

    Il calicivirus felino (FCV) è un virus a RNA altamente contagioso e ampiamente diffuso nella popolazione felina. Il gatto è il principale serbatoio dell’FCV, sebbene sia stato isolato anche dai cani. Tuttavia, nei cani il suo ruolo a livello epidemiologico non sembra essere significativo. Gli esseri umani non sono sensibili all'infezione da FCV.

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    La prevalenza del virus è proporzionale alla dimensione della popolazione: è infatti pari al 10% in piccoli gruppi di gatti, ma può arrivare fino al 25-40% nelle colonie o nei rifugi per animali.

    I gatti si infettano per via nasale, orale o congiuntivale. L'orofaringe è il primo sito di replicazione, dopodiché si verifica una viremia transitoria 3-4 giorni dopo la trasmissione, in cui il virus può essere rilevato in diversi siti.

    Tra le localizzazioni più frequenti c'è la lingua, dove induce la necrosi delle cellule epiteliali causando la formazione di ulcere. Nei casi meno gravi la sintomatologia è autolimitante e la guarigione avviene in un periodo di circa 2-3 settimane. Nei casi più gravi può colpire altri apparati: respiratorio (dove causa polmonite) e/o articolare (sinovite acuta). Raramente ha un decorso fatale, tuttavia recentemente sono stati descritti ceppi molto virulenti (V-FCV) che causano alopecia, ulcere cutanee, edema sottocutaneo ed elevata mortalità nei gatti che ne sono affetti.

    Dopo la guarigione dall'infezione acuta, la maggior parte dei gatti elimina l'infezione in media entro 30 giorni. I gatti colpiti da FCV possono sviluppare un'infezione cronica, diventando portatori (10% nei gatti domestici e 25-75% nei gatti in colonie/rifugi). Possono subire riattivazioni quando l'animale soffre di qualche forma di stress (malattia, intervento chirurgico, ecc). La replicazione avviene nelle mucose nasali, tracheali e congiuntivali, così come nei polmoni o nella mucosa orale, il che spiega l'ampia gamma di sintomi clinici. La trasmissione avviene fondamentalmente per contatto diretto.

    Associazione con altri virus

    L'infezione da FCV è molto comune nei gatti con malattie delle alte vie respiratorie, sia come singolo agente infettivo che in combinazione con altri agenti patogeni (FHV-1, Chlamydophila felis, Mycoplasma spp.) e quindi rappresenta una potenziale causa di lesioni della superficie oculare.

    Sebbene l'herpesvirus (FHV-1) sia la causa più comune di malattie oculari nel gatto, con congiuntiviti bilaterali e tipicamente un'ulcera corneale dendritica, non bisogna dimenticare che il calicivirus felino (FCV) potrebbe essere un’altra potenziale causa. In linea generale, l'infezione da herpesvirus felino causa sintomi più gravi, ma il quadro clinico è simile, e l’FCV colpisce anche il polmone e la cavità orale a causa del suo tropismo per il parenchima polmonare e l'epitelio orolinguale.

    Tuttavia, l'unico test diagnostico definitivo è l'analisi mediante PCR su un campione prelevato da secrezioni congiuntivali, nasali od orali, così come la raschiatura corneale o la biopsia.

    Inoltre è stato dimostrato che l’FHV-1 e l’FCV virulenti possono essere presenti nelle cornee oculari feline clinicamente normali, con il desametasone come fattore che facilita la diffusione virale.

    Segni clinici del calicivirus felino

    Gli animali affetti da FCV presentano sintomi variabili a seconda della virulenza del virus e dei fattori dell'ospite.

    I segni clinici più caratteristici di questa infezione sono:

    • Interessamento oculare sotto forma di congiuntivite, a volte erosiva.
    • Interessamento delle vie respiratorie superiori, soprattutto nei gatti giovani. A seconda dello stato di immunizzazione del gatto, il virus può causare polmonite. La durata è compresa tra 1-2 settimane.
    • Interessamento orolinguale con comparsa di ulcere e vescicole e gengivostomatite cronica. Come conseguenza presentano scialorrea, alitosi, disfagia, ecc.
    • Secrezioni nasali, oculari e della bocca (per maggiori informazioni sulla gengivite nei gatti clicca qui).
    • Anoressia dovuta a dolori al cavo orale causati da lesioni ulcerose.
    • Febbre.     
    • Se si verifica una diffusione sistemica, può portare ad artrite e/o zoppia a causa del deposito di immunocomplessi nella membrana sinoviale.

    calicivirus gatto

    La prevalenza di gengivostomatite nei gatti affetti da calicivirus felino

    Uno studio condotto dall'Università di Monaco ha studiato la prevalenza di diversi virus, tra cui il calicivirus felino, su 52 gatti affetti da gengivostomatite cronica e un gruppo di controllo di 50 gatti della stessa età. È stato riscontrato che la presenza di RNA dell'FCV era significativamente più comune nei gatti con gengivostomatite cronica (53,8%) rispetto ai gatti del gruppo di controllo (14%).(2)

    Successivamente è stato svolto un altro studio sulla prevalenza del calicivirus nei gatti con gengivostomatite cronica e lesioni da riassorbimento odontoclastico nel gatto (FORL). È stata riscontrata un'elevata correlazione tra FVC e gengivostomatite cronica, con un'incidenza del 60% nel gruppo di gatti con gengivostomatite. Non è stata invece individuata una correlazione tra FVC ed eziopatogenesi della FORL.(3)

    Nello stesso anno, i ricercatori dell’Università statale del Colorado hanno pubblicato uno studio che esamina il rapporto tra calicivirus nel gatto e gengivostomatite. Sono stati analizzati 42 campioni di biopsia orale prelevati da gatti con gengivostomatite e 19 da gatti sani per RNA di FCV, DNA di FHV-1 e DNA di Bartonella spp.(4)

    I risultati non hanno mostrato alcuna differenza nei tassi di sieroprevalenza per le specie di Bartonella, il DNA nel sangue e i tessuti e il DNA di FHV-1 tra i due gruppi di gatti. Tuttavia, l'RNA di FCV era più presente nei gatti con gengivostomatite (40,5%) rispetto ai gatti del gruppo di controllo, nei quali non è stato riscontrato. Pertanto, i ricercatori concludono che esiste un rapporto tra le due patologie.

    L'origine della gengivostomatite potrebbe essere trovata in un'alterazione del sistema immunitario locale, che risponde in modo esagerato alla presenza di stimoli antigenici cronici, come il calicivirus del gatto. Poiché oltre l'80% dei gatti che soffrono di processi infiammatori cronici nella cavità orale risulta positivo al test di isolamento dell'FCV orofaringeo, si pensa che il calicivirus potrebbe anche agevolare la penetrazione di altri agenti, causando danni alla membrana cellulare.(2,4)

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    Trattamento del calicivirus del gatto

    Il trattamento delle infezioni da calicivirus felino dipende dalle condizioni dell'animale e dai sistemi di organi colpiti, con un trattamento personalizzato in base alla sintomatologia combinato con altri trattamenti di supporto.

    Sia in caso di polmonite che di congiuntivite purulenta e gengivostomatite, il trattamento antibiotico è indicato per evitare le infezioni batteriche secondarie.

    Sebbene la vaccinazione fornisca una buona protezione contro l’interessamento delle vie respiratorie superiori e i sintomi orali acuti, non previene l'infezione e la successiva diffusione del virus. Non è stato inoltre dimostrato l'effetto del vaccino nel prevenire lo sviluppo della gengivostomatite cronica.

    Dobbiamo tenere presente che virus come l’FCV si evolvono per mutazione e selezione di varianti che sfuggono all'immunità di gregge. Questo rende possibile la presenza di varianti resistenti a vaccini basati su ceppi che sono stati utilizzati per lunghi periodi di tempo. Va ad esempio notato la forma virulenta sistemica è stata descritta in gatti precedentemente vaccinati.

    Rinotracheite felina provocata da herpesvirus e calicivirus

    La malattia virale delle alte vie respiratorie feline, più conosciuta come rinotracheite felina, è quasi sempre causata da herpesvirus e/o calicivirus felino. La malattia si trasmette tra i gatti per contatto diretto. La rinotracheite felina o malattia virale delle alte vie respiratorie è un'importante causa di morbilità e mortalità nei gattini ma colpisce anche gli animali adulti. Sono stati descritti diversi agenti che possono contribuire allo sviluppo di questa malattia e le coinfezioni sono comuni soprattutto in contesti ad alta densità di popolazione. Gli agenti più diffusi sono l’Herpesvirus felino (FHV-1) e il Calicivirus felino (FCV). Sono comuni anche le infezioni secondarie da parte di agenti batterici opportunistici come Bordetella bronchiseptica, Chlamydia felis, Mycoplasma spp., Streptococcus canis e Streptococcus equi sottospecie zooepidemicus.(1)

    Epidemiologia e patogenesi

    • Herpesvirus felino (FHV-1)

    La via di ingresso del virus è quella nasale o congiuntivale. Una volta entrato, il virus provoca la lisi dell'epitelio nasale e si diffonde alla congiuntiva, alla faringe, alla trachea, ai bronchi e ai bronchioli. Successivamente può invadere anche i nervi sensoriali e raggiungere il ganglio trigeminale, che è una delle sedi frequenti in cui rimane latente nelle infezioni croniche.(2)

    L’escrezione del virus ha inizio 24 ore dopo l'infezione e dura 1-3 settimane. I sintomi acuti si risolvono in 1-3 settimane. Tuttavia, la maggior parte dei gatti infetti diventa portatore asintomatico del virus. I portatori asintomatici possono subire riattivazioni quando l'animale soffre di qualche forma di stress (malattia, intervento chirurgico, ecc.). La riattivazione comporta l'escrezione intermittente del virus per via oronasale e congiuntivale.(2)

    Non è stata dimostrata la trasmissione verticale. Le gatte gravide portatrici asintomatiche possono riattivarsi a causa dello stress dell'allattamento e trasmettere il virus orizzontalmente ai gattini appena nati.(2)

    • Calicivirus felino (FCV)

    Analogamente all'infezione da FHV-1, l’ingresso dell’FCV avviene per via nasale, orale e congiuntivale. L'orofaringe è il primo sito di replicazione, dopodiché si verifica una viremia transitoria 3-4 giorni dopo l'infezione. A seguito del recupero dall'infezione acuta, nella maggior parte dei gatti l’eliminazione dell'agente avviene 30 giorni dopo l'infezione. Ci sono però anche gatti che sviluppano un'infezione cronica; si ritiene che in questo caso la sede principale del virus siano le tonsille e altre localizzazioni ancora sconosciute.

    È stata altresì descritta una variante virulenta sistemica dell’FCV che causa vasculite e insufficienza multiorgano, portando alla morte dell'animale in breve tempo.

    Sintomi della rinotracheite felina

    La rinotracheite felina può verificarsi a qualsiasi età, ma solitamente colpisce più frequentemente i gatti più giovani. L'herpesvirus provoca sintomi per 2-4 settimane, mentre il calicivirus ha una durata di 1-2 settimane.

    Tra i sintomi si annoverano starnuti, congiuntivite, blefarospasmo, ipersalivazione e tosse. L'infezione da herpesvirus può comportare una cheratite ulcerosa, mentre il calicivirus provoca polmonite e stomatite ulcerosa su lingua e palato. Entrambi possono essere coinvolti nella stomatite-gengivite linfoplasmacitarie croniche.

    Nel caso in cui siano presenti molte secrezioni nelle vie respiratorie, potrebbe sussistere una dispnea da meccanismo ostruttivo.

    La prognosi dipende dalle condizioni di base del gatto. Solitamente la prognosi è buona, anche se nei cuccioli denutriti o molto deboli possono sussistere complicazioni gravi.

    Trattamento della rinotracheite felina

    Non esiste un trattamento curativo per la rinotracheite felina. Sono disponibili soltanto misure sintomatiche e di supporto.

    Si raccomanda innanzitutto di ripristinare l'equilibrio idro-elettrolitico mediante fluidoterapia endovenosa. Anche il supporto nutrizionale è di vitale importanza, poiché la maggior parte dei gatti non mangia a causa dell'anosmia e del dolore causato dalle ulcere orali. Si consiglia di somministrare cibo molto appetibile, leggermente riscaldato. In caso di anoressia si raccomanda altresì l'uso di stimolanti dell'appetito come la mirtazapina. In assenza di ingestione di cibo trascorso un periodo di 3 giorni, si raccomanda di ricorrere all'alimentazione enterale.(2,3)

    Per la prevenzione delle infezioni batteriche secondarie si possono usare antibiotici ad ampio spettro, come l'amoxicillina o la doxiciclina.

    In caso di congiuntivite purulenta è necessario somministrare un collirio antibiotico.(3)

    Per evitare la dispnea è necessario tenere libere le vie respiratorie utilizzando delle gocce di soluzione salina o di anticongestionante. Può essere infine utile la nebulizzazione per combattere la disidratazione delle alte vie aeree.(2,3)

    Nel caso in cui si presenti una stomatite-gengivite linfoplasmocitaria nei portatori cronici di calicivirus, il trattamento migliore è costituito dagli antinfiammatori non steroidei.(3)

    Terapia con antivirali

    La maggior parte dei farmaci antivirali in medicina veterinaria inibisce la replicazione dei virus a DNA o retrovirus. Attualmente non viene utilizzata alcuna terapia antivirale per la gestione dell’FCV. Due agenti antivirali hanno dimostrato efficacia in vitro contro il calicivirus: ribavirina (tossica nei gatti) e interferone omega felino (autorizzato per l'uso nel parvovirus canino e nel FeLV). Nessuna di queste due sostanze è stato testata in studi controllati sul campo.(3)

    Nel caso dell'FHV-1 si raccomanda l'uso di vari farmaci antivirali per uso oculare topico come la trifluridina, l'interferone, la L-lisina, il ganciclovir o l'aciclovir, per citarne alcuni.(2)

    Vaccinazione

    Secondo le ultime linee guida WSAVA per la vaccinazione, il vaccino contro FCV e FHV-1 è considerato essenziale. Nessuna di essi protegge tuttavia completamente dalle infezioni. (4)

    Si raccomanda di iniziare la vaccinazione primaria contro FCV e FHV-1 a 6-8 settimane e di ripeterla ogni 2-4 settimane fino a 16 settimane di età. In seguito si raccomanda un primo richiamo un anno dopo il completamento della prima vaccinazione, seguito da ulteriori richiami ogni 3 anni nei gatti a basso rischio, che diventa annuale negli animali ad alto rischio.(4)

    In un recente studio che ha valutato la durata dell'immunità dopo la vaccinazione con PUREVAX® RCPCh FeLV, un vaccino pentavalente contro FHV-1, FCV, FeLV, panleucopenia e Chlamydia, il vaccino PUREVAX® RCPCh FeLV ha dimostrato di indurre un'immunità di 3 anni verso FCV e FHV-1.(5)

    Conclusioni

    La rinotracheite felina è un'importante causa di morbilità e mortalità nei gattini ma colpisce anche gli animali adulti. È causata da diversi agenti virali e batterici, i più diffusi dei quali sono il calicivirus e l'herpesvirus. 

    Il trattamento è sintomatico; recentemente sono stati sperimentati trattamenti antivirali che hanno dato risultati promettenti. La vaccinazione, insieme ad altre misure preventive come la disinfezione, sono le misure più efficaci per il controllo di questa malattia.

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    Bibliografia
    1.Radford AD, Addie D, Belák S, Boucraut-Baralon C, Egberink H, Frymus T, Gruffydd-Jones T, Hartmann K, Hosie MJ, Lloret A, Lutz H, Marsilio F, Pennisi MG, Thiry E, Truyen U, Horzinek MC. Feline calicivirus infection. ABCD guidelines on prevention and management. J Feline Med Surg. 2009 Jul;11(7):556-64. doi: 10.1016/j.jfms.2009.05.004. PMID: 19481035.
    2.Belgard S, Truyen U, Thibault JC, Sauter-Louis C, Hartmann K. Relevance of feline calicivirus, feline immunodeficiency virus, feline leukemia virus, feline herpesvirus and Bartonella henselae in cats with chronic gingivostomatitis. Berl Munch Tierarztl Wochenschr. 2010 Sep-Oct;123(9-10):369-76. PMID: 21038808.
    3.Thomas, S. et Al. (2017)  Prevalence of feline calicivirus in cats with odontoclastic resorptive lesions and chronic gingivostomatitis. Research in Veterinary Science,111:124-126. https://doi.org/10.1016/j.rvsc.2017.02.004.
    4.Dowers KL, Hawley JR, Brewer MM, Morris AK, Radecki SV, Lappin MR. Association of Bartonella species, feline calicivirus, and feline herpesvirus 1 infection with gingivostomatitis in cats. J Feline Med Surg. 2010 Apr;12(4):314-21. doi: 10.1016/j.jfms.2009.10.007. Epub 2009 Dec 2. PMID: 19959386.
    5. Sykes JE. Pediatric feline upper respiratory disease. Vet Clin North Am Small Anim Pract. 2014 Mar;44(2):331-42. doi: 10.1016/j.cvsm.2013.10.005. Epub 2013 Dec 27. PMID: 24580994.
    6. Thiry E, Addie D, Belák S, Boucraut-Baralon C, Egberink H, Frymus T, Gruffydd-Jones T, Hartmann K, Hosie MJ, Lloret A, Lutz H, Marsilio F, Pennisi MG, Radford AD, Truyen U, Horzinek MC. Feline herpesvirus infection. ABCD guidelines on prevention and management. J Feline Med Surg. 2009 Jul;11(7):547-55. doi: 10.1016/j.jfms.2009.05.003. PMID: 19481034; PMCID: PMC7129359.
    7. Radford AD, Addie D, Belák S, Boucraut-Baralon C, Egberink H, Frymus T, Gruffydd-Jones T, Hartmann K, Hosie MJ, Lloret A, Lutz H, Marsilio F, Pennisi MG, Thiry E, Truyen U, Horzinek MC. Feline calicivirus infection. ABCD guidelines on prevention and management. J Feline Med Surg. 2009 Jul;11(7):556-64. doi: 10.1016/j.jfms.2009.05.004. PMID: 19481035.
    8. M. J. Day1, M. C. Horzinek2, R. D. Schultz3 and R. A. Squires. Guidelines for the Vaccination of Dogs and Cats. World Small Animal Veterinary Association(WSAVA). Journal of Small Animal Practice. 2016 Jan; 57 .https://wsava.org/wp-content/uploads/2020/01/WSAVA-Vaccination-Guidelines-2015.pdf
    9. Jas D, Frances-Duvert V, Vernes D, Guigal PM, Poulet H. Durata triennale dell'immunità per herpesvirus felino e calicivirus valutata in uno studio di laboratorio controllato di vaccinazione-sfida. Vet Microbiol. 2015 May 15;177(1-2):123-31. doi: 10.1016/j.vetmic.2015.03.009. Epub 2015 Mar 16. PMID: 25824128.