Doxiciciclina, veterinaria: costrizione esofagea nei gatti
La doxiciclina è un antibiotico della famiglia delle tetracicline che viene utilizzato in medicina veterinaria per il trattamento di alcune infezioni o per la loro profilassi. La patologia esofagea nei gatti (esofagite o costrizione esofagea) è una patologia rara ma è stata descritta in relazione all’uso di alcuni farmaci. Uno di questi è la doxiciciclina.
La costrizione esofagea e l’esofagite rappresentano una malattia rara nei gatti. Sono state descritte in diverse occasioni associate all’uso di farmaci anestetici1, soprattutto dopo l’anestesia generale.
La patogenesi della costrizione esofagea segue un ordine stabilito ed è nota nell’uomo: inizialmente si verifica un’ulcera con tessuto di granulazione che forma una cicatrice secondaria, la quale a propria volta causa costrizione a livello dell’esofago. Negli esseri umani sono state descritte ulcere derivanti dall’assunzione di farmaci per via orale, anche se normalmente non presentano una costrizione secondaria. Fra tutti i farmaci somministrati per via orale tra i quali è stata descritta questa complicanza, le tetracicline sono una delle famiglie di farmaci che compaiono più di frequente.
La doxiciciclina è una tetraciclina la cui funzione è inibire la sintesi proteica nei batteri, trattandosi di un farmaco batteriostatico. Viene utilizzata nei gatti, in particolare per il trattamento e/o la profilassi delle infezioni causate da organismi intracellulari quali Mycoplasma haemofelis, Chlamydophila felis o Bordetella bronchiseptica. Poiché casi di esofagite e costrizione esofagea associati al suo uso sono stati descritti nell’uomo, uno studio pubblicato nel 2004 nel Regno Unito ha cercato di descrivere casi clinici di gatti affetti da costrizione esofagea derivante dall’uso della doxiciciclina.
I criteri per l’inclusione nello studio erano i seguenti: Gatti con evidenza di una precedente somministrazione di doxiciciclina per via orale e con una successiva diagnosi di costrizione esofagea tramite gastroscopia o necroscopia. Una costrizione esofagea è stata definita come un restringimento della luce esofagea da proliferazione di tessuto connettivo nella parete dell'esofago.
Nello studio sono stati inclusi quattro gatti la cui età media era di 3 anni e nessuno dei quali aveva assunto farmaci anestetici nei sei mesi precedenti la comparsa dei segni clinici. In tutti è stato documentato l’uso della doxiciciclina per il trattamento di malattie non legate al tratto digestivo. Tutti i gatti sono stati trattati per sospetta patologia infettiva legata a germi intracellulari. La sintomatologia presentata per il sospetto di costrizione esofagea era il rigurgito di cibo dopo l’ingestione. In fase di esame obiettivo dei gatti non sono state riscontrate evidenze degne di nota. La durata media dell’uso di doxiciciclina è stata di una settimana. Una volta effettuata la diagnosi, il trattamento dei gatti è avvenuto mediante dilatazione endoscopica con palloncino e somministrazione concomitante di ranitidina e sucralfato.
Così, nel gatto può presentarsi patologia esofagea in relazione all’uso di farmaci orali, con l’individuazione di casi di costrizione esofagea causati dall’uso di capsule orali di doxiciclina. Per cercare di evitare questa complicanza, dopo l’ingestione delle capsule è necessario somministrare cibo o acqua per evitarne la ritenzione nell’esofago. A tal fine è di vitale importanza raccomandare queste misure (bere acqua ecc.) come altresì l’uso di ciotole multiple.
Saperne di più sui benefici di questo tipo di approccio e sull’importanza dell’alimentazione nel gatto in questo tipo di patologie può aiutarci a evitare o curare alcune malattie del gatto.