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    Curare l'otite nei cani. Sensibilità antimicrobica all'otite esterna

    L'otite esterna nei cani è un'alterazione molto comune e di routine nella clinica veterinaria, che ha trattamenti diversi a seconda dell'eziologia che ha favorito il quadro clinico, motivo per cui la diagnosi e lo studio dei principi attivi utilizzati nella sua risoluzione sono aspetti essenziali e indispensabili.

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    Eziologia dell'otite esterna

    L'otite esterna, una patologia molto comune nei cani, è definita come l'infiammazione del canale uditivo esterno e del padiglione auricolare, che produce nell'animale un quadro clinico di dolore, secrezione maleodorante, disagio, scuotimento o grattamento delle orecchie e testa inclinata verso l'orecchio colpito, tra gli altri.

    Nel corso delle pratiche cliniche e delle indagini svolte sono state descritte le diverse cause che possono innescare questo tipo di alterazione nei cani, in modo tale che è necessario distinguere tra le cause primarie, che danno origine al processo infiammatorio in modo diretto, e le malattie concomitanti che determinano questo quadro clinico.

    Le cause principali sono quelle che provocano direttamente l'infiammazione del canale uditivo esterno, dove si possono localizzare vari agenti patogeni e malattie, quali ectoparassiti (Otodectes cynotis), corpi estranei, ipersensibilità (intolleranze alimentari) o malattie autoimmuni (pemfigo). In caso di ipersensibilità, la dieta Advance Veterinary diete Atopic care può far parte del trattamento e prevenire le ricadute.

    Tuttavia, l'otite esterna può essere scatenata anche da alcuni fattori perpetuanti, come le infezioni secondarie ad altri processi patologici, tra cui spicca lo Pseudomona aeruginosa.

    Diagnosi e trattamento

    Una diagnosi specifica è fondamentale per poter stabilire un buon protocollo terapeutico in accordo con le informazioni raccolte, oltre che per saper distinguere la causa scatenante dell'otite esterna nel cane.

    I test diagnostici si basano su esami esaustivi con otoscopio, citologie del canale uditivo con tamponi e successiva colorazione e osservazione al microscopio, colture microbiche per l'esecuzione di antibiogrammi e biopsie del padiglione auricolare nei casi molto gravi, per citarne alcuni.

    Nel primo caso, il trattamento dell'otite esterna consiste nell'applicazione di farmaci per via auricolare combinata con la pulizia del canale uditivo. Se un trattamento locale non fosse sufficiente a risolvere il problema, sarebbe necessario somministrare farmaci sistemici che eliminino la causa che lo innesca.

    Sensibilità antimicrobiche

    In uno  studio condotto dal Dr. Hariharan e dal suo staff è stato presentato l'aggiornamento delle varie sensibilità antimicrobiche che esistono nell'otite esterna, nell’ambito del quale sono state utilizzate complessivamente 1.819 colture dell’orecchio esterno dei cani.

    Durante l'indagine sono stati utilizzati vari principi attivi basati su diversi antibiotici, in cui si evidenziano la sensibilità dell'85% dell'agente Pseudomona aeruginosa alla gentamicina e la sensibilità del 100% dello stesso agente patogeno alla polimixina B.

    I risultati dello studio concludono che il principio attivo che ha mostrato la maggiore sensibilità nei test di laboratorio è stata l'amoxicillina combinata con l'acido clavulanico.

    Conclusioni

    L'otite esterna nei cani ha molte cause scatenanti, per cui è fondamentale una corretta diagnosi con l’esecuzione di test complementari per individuare l'agente che determina il quadro clinico. Lo sviluppo di antibiogrammi per determinare l'antibiotico più sensibile per risolvere l'infiammazione è fondamentale e di grande interesse nella clinica veterinaria.

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