Controllo della frequenza respiratoria nei gatti con cardiopatie
Il monitoraggio della frequenza respiratoria nei gatti con cardiopatie fornisce informazioni preziose per tenere sotto controllo questi pazienti.
Introduzione
L’insufficienza cardiaca rappresenta lo stadio finale di diverse patologie, soprattutto a carico del cuore. È stata definita come una sindrome clinica causata dall’incapacità di quest’organo di mantenere la propria funzionalità con una pressione di riempimento diastolico, il che causa congestione e/o edema, oppure scarsa perfusione periferica. Indipendentemente dal meccanismo fisiopatologico causante (disfunzione diastolica, disfunzione sistolica o sovraccarico di volume dovuto una malattia valvolare o a uno shunt sinistro/destro congenito), nella maggior parte dei gatti con insufficienza cardiaca predominano i segni congestizi, soprattutto a livello respiratorio.1,2
Diagnosi e monitoraggio dell’insufficienza cardiaca congestizia (ICC)
Si basa principalmente su:
- la combinazione dei risultati dell’esame obiettivo;
- i risultati degli esami strumentali (radiografia ed ecocardiografia);
- E, negli ultimi anni, anche nei valori dei biomarcatori cardiaci (NT-proBNP e troponina I).3,4.
Ciò comporta frequenti visite dal veterinario che, oltre ai costi economici associati, possono causare stress al paziente, influenzando negativamente la percezione dei servizi veterinari da parte del proprietario o addirittura influenzando la progressione della malattia.
In questo senso, qualsiasi strumento che aiuti a stabilire l’esistenza dell’ICC o che permetta di valutarne l’evoluzione in modo non invasivo e con il minimo stress per il paziente può essere estremamente utile.
Perché è importante misurare la frequenza respiratoria nei gatti con ICC?
È assodato che la grande maggioranza dei pazienti affetti da ICC presentano dispnea e/o tachipnea, la quale scompare o si riduce significativamente con un trattamento adeguato.1-4
Per questo motivo, il monitoraggio dei cambiamenti che si verificano in termini di frequenza respiratoria nei gatti con ICC durante il ricovero può aiutare il medico a valutare l’efficacia del trattamento instaurato. Ma soprattutto è molto importante insegnare ai proprietari a misurare la frequenza respiratoria a casa, perché consente una valutazione non invasiva dell’efficacia del trattamento a lungo termine e facilita la diagnosi precoce dell’ICC nei gatti con cardiopatia subclinica.2
In ogni caso, anche se uno studio ha collegato la frequenza respiratoria superiore a 80 respiri/minuto (insieme ad altre variabili) alla dispnea di origine cardiaca,5 il monitoraggio della frequenza respiratoria nei gatti non consente di stabilire l’origine della tachipnea, ma suggerisce piuttosto la necessità di consultare un veterinario e pianificare le misure da adottare. In altre parole, la comparsa di tachipnea indica che qualcosa non va a livello respiratorio e probabilmente, se c’è una cardiopatia subclinica, la tachipnea sarà una conseguenza della progressione della malattia, ma non è possibile averne una certezza assoluta senza ulteriori interventi.
Come valutare la frequenza respiratoria nei gatti?
Per insegnare ai proprietari a misurare la frequenza respiratoria del gatto, è necessario che sappiano riconoscere le fasi di inspirazione ed espirazione, che possono essere spiegate loro direttamente osservando il gatto in ambulatorio o con l’aiuto di video.
La frequenza respiratoria nei gatti può essere misurata mentre l’animale è a riposo in un ambiente confortevole a una temperatura adeguata o preferibilmente durante il sonno profondo. Si consiglia di effettuare la misurazione durante almeno 30 secondi, preferibilmente 1 minuto, ed è consigliabile tenere un registro dei valori ottenuti. A tal fine, i proprietari possono essere dotati di moduli appositamente predisposti o ricorrere all’uso di applicazioni mobili, che facilitano il conteggio e memorizzano automaticamente il valore. Inizialmente, è consigliabile monitorare la frequenza respiratoria per diversi giorni consecutivi per stabilire i valori basali, poiché la variabilità individuale giorno per giorno è bassa.6 Da quel momento in poi, e a seconda del singolo caso, la frequenza può essere misurata una volta al giorno o 1-2 volte alla settimana.
Qual è la frequenza respiratoria normale nei gatti?
Alcuni autori hanno riportato che la frequenza frespiratoria a riposo nei gatti sani e svegli è di 22-23 respiri/minuto. Altri, invece, hanno riscontrato valori durante il riposo e il sonno rispettivamente di 16-60 e 9-28 respiri/minuto.7
- Raramente, i gatti sani possono avere frequenze respiratorie leggermente superiori a 30 respiri/minuto durante il sonno.3
- Durante la visita veterinaria, la frequenza respiratoria nei gatti sani può aumentare drasticamente, fino a raggiungere valori di 176 respiri/minuto.7
- La maggior parte dei gatti con ICC ben controllata o con cardiopatia subclinica ha meno di 30 respiri/minuto durante il sonno, anche se alcuni casi in quest’ultimo gruppo possono raggiungere i 40 respiri/minuto.2
Sulla base di quanto sopra, l’attuale consenso generale è di considerare che, in caso di frequenze di respirazione durante il sonno superiori a 30 respiri/minuto, ci si deve rivolgere a un veterinario ed eseguire esami per stabilire se si è verificato uno scompenso di una malattia cardiaca precedentemente controllata o se esiste una causa aggiuntiva di tachipnea.2-4,6
Conclusioni
Il monitoraggio della frequenza respiratoria nei gatti è probabilmente uno degli strumenti più utili nella gestione dei pazienti cardiopatici. A costo zero, consente infatti di stimare con un elevato grado di affidabilità se si è avuta o meno una progressione della malattia. D’altra parte, in caso di dubbio, è possibile chiedere al proprietario di registrare dei video quando l’animale è a casa e di inviarli al veterinario utilizzando una qualsiasi applicazione mobile. In questo modo è il professionista che può valutare la frequenza respiratoria del gatto e agire di conseguenza.
Bibliografia
1. Côté E, MacDonald KA, Meurs KM, et al. (2011). Congestive Heart Failure. En Côté E, MacDonald KA, Meurs KM, Sleeper MM. Feline Cardiology. Willey-Blackwell:1-4.
2. Ljungvall I, Rishniw M, Porciello F, et al. (2013). Sleeping and resting respiratory rates in healthy adult cats and cats with subclinical heart disease. J Feline Med Surg; 16: 281-290.
3. Kittleson MD, Côté E. (2021). The Feline Cardiomyopathies: 1. General concepts. J Feline Med Surg; 23: 1009-1027.
4. Luis Fuentes V, Abbott J, Chetboul V, et al. (2020). ACVIM consensus statement guidelines for the classification, diagnosis, and management of cardiomyopathies in cats. J Vet Intern Med; 34: 1062-1077.
5. Dickson D, Little CJL, Harris J, et al. (2018). Rapid assessment with physical examination in dyspnoeic cats: the RAPID CAT study. J Small Anim Pract; 59: 75-84.
6. Porciello F, Rishniw M, Ljungvall I, et al. (2016). Sleeping and resting respiratory rates in dogs and cats with medically-controlled left-sided congestive heart failure. Vet J.;207: 164-168.
7. Dijkstra E, Teske E, Szatmári V. (2018). Respiratory rate of clinically healthy cats measured in veterinary consultation rooms. Vet J; 234: 96-101.