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    Il collare nella prevenzione della leishmaniosi felina

    I casi segnalati di leishmaniosi felina sono aumentati nelle aree endemiche della leishmaniosi canina. Sebbene in passato il numero di casi clinici venisse considerato marginale, vengono segnalati sempre più sintomi clinici associati alla leishmaniosi felina, correlati in particolare con: immunosoppressione, virus dell'immunodeficienza felina, leucemia felina e malattie neoplastiche, sebbene siano stati segnalati casi anche in animali senza patologia soggiacente. I segni più frequenti sono le lesioni cutanee e la presenza di linfoadenopatie.

    Molti dei piretroidi usati come insetticidi nei collari antiparassitari sono tossici per i gatti, ad eccezione della flumetrina. Recentemente è stato immesso sul mercato un collare a matrice polimerica, contenente una combinazione di imidacloprid al 10% e di flumetrina al 4,5%, indicato per l'uso nei gatti per la prevenzione di punture di flebotomi e delle infestazioni di zecche. È stato condotto uno studio volto a valutare l'efficacia di questo collare per la prevenzione della leishmaniosi felina.

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    Lo studio è stato condotto da marzo 2015 ad aprile 2016 sulle isole Lipari e Vulcano, dove l’infezione da L. infantum è altamente endemica, con una prevalenza del 26% e un'incidenza del 15%. È stata selezionata una coorte di gatti domestici con valori di sierologia, tampone congiuntivale e PCR quantitativa in tempo reale negativi per L. infantum, di età superiore alle 10 settimane, con accesso illimitato all'esterno e residenti nell'area di studio. I test per la leishmaniosi sono stati eseguiti all'inizio e alla fine dello studio. Nel gruppo sperimentale (n=104) è stato utilizzato il collare, mentre nel gruppo di controllo (n=100) non è stato applicato nessun tipo di trattamento insetticida, tranne in caso di parassitosi da pulci.

    Il collare è stato efficace nel ridurre l'infezione da L. infantum nei gatti, dimostrandosi uno strumento utile per il controllo della leishmaniosi felina nelle aree endemiche. Va notato che i livelli di infezione rilevati nel gruppo di controllo (25%) sono stati superiori a quelli precedentemente segnalati in altri studi svolti nella stessa zona (15%) e simili a quelli della leishmaniosi canina (27%).

    La varietà dei risultati sierologici e molecolari riflette le diverse fasi della malattia. I gatti infettati da L. infantum spesso rimangono sani fino a quando non sviluppano una patologia immunosoppressiva che permette la progressione della malattia e la comparsa di segni clinici. Per questo motivo è stata ipotizzata la naturale predisposizione dei gatti a sviluppare una risposta immunitaria protettiva all'infezione da L. infantum. I gatti con test diagnostici positivi alla fine dello studio non presentavano segni clinici associati. Ciò può dipendere dalla giovane età dei gatti selezionati (età media 3 anni) e dal fatto che l'infezione era di acquisizione recente. La leishmaniosi si evolve solitamente come malattia cronica con un lungo periodo di incubazione.

    Il collare si è dimostrato sicuro per l'uso sui gatti. Durante le prime settimane si sono registrate alcune reazioni locali, ovvero irritazioni cutanee causate dallo sfregamento meccanico del dispositivo, che nella maggior parte dei casi si sono risolte spontaneamente dopo aver allentato leggermente il collare. Un'altra caratteristica del collare è il sistema di sgancio di sicurezza che lo rende molto adatto a gatti randagi o gatti con accesso all'esterno, in quanto aiuta a prevenire situazioni che mettono in pericolo la vita del gatto.

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