Uveite nel cane: manifestazioni oculari e perioculari della leishmaniosi
La leishmaniosi, una malattia zoonotica diffusa in tutto il mondo, è endemica anche in alcune regioni d'Italia, come indicato in uno studio del Ministero della Salute1.
Questa malattia, causata dal parassita Leishmania infantum, colpisce prevalentemente i cani e, sebbene in alcuni casi l'animale sia solo un portatore e non sviluppi sintomi, in altri può essere soggetto a un'infezione multiorgano che rappresenta un rischio vitale.
Andando oltre i sintomi cutanei: le lesioni oculari
Tra i vari sintomi della leishmaniosi spiccano le affezioni cutanee. Le lesioni sono generalmente localizzate intorno agli occhi o ai padiglioni auricolari, ma possono anche estendersi ad altre parti del corpo. Di solito si manifestano con alopecia, ma in alcuni casi si osserva una dermatite ulcerativa o esfoliativa.
La prevalenza delle lesioni oculari nella leishmaniosi canina è relativamente alta, anche se non ci sono molti studi su questo argomento. Dopo aver analizzato 95 casi, una ricerca pubblicata sulla rivista The Veterinary Quarterly2 ha rivelato un'incidenza del 42,1% delle lesioni oculari, anche se un altro studio condotto presso l'Università di Napoli3 su 150 cani ha riportato un'incidenza minore, del 16%. Le affezioni principali sono state cheratocongiuntivite, uveite e panoftalmite.
Un altro studio condotto presso l'Università di Barcellona4 ha preso in esame 105 cani affetti da leishmaniosi oculare o perioculare. Questi ricercatori hanno scoperto che la manifestazione più comune è l'uveite anteriore, anche se sono stati riscontrati altresì segni di blefarite e cheratocongiuntivite. In questi ultimi casi, le lesioni corneali avevano l'aspetto clinico di un’episclerocheratite granulomatosa. I cani presentavano anche diverse lesioni alle palpebre, tra cui dermatite secca con alopecia, ulcerazione cutanea, edema palpebrale diffuso e formazione di granulomi discreti.
Uveite nei cani associata alla leishmaniosi
L'uveite ha una forma granulomatosa che si caratterizza per la formazione di noduli, prevalentemente sulla superficie dell'iride. La cornea è meno colpita, ma c'è una popolazione significativa di amastigoti. La forma plastica è diffusa e ha una maggiore componente immunomediata. La cornea e la camera anteriore sono fortemente interessate, con una predominanza di infiltrato linfoplasmocitario.
Anche se la forma plastica è più difficile da trattare, se viene individuata in tempo non dovrebbe lasciare sequele. Tuttavia, l'uveite nei cani associata alla leishmaniosi è più difficile da trattare e può progredire in modo sfavorevole. Le complicazioni più gravi vanno dalle sinechie al distacco della retina, al glaucoma, all'atrofia dell'iride, alla cecità o addirittura alla perdita dell'occhio, come evidenziato in un'analisi pubblicata sulla rivista AVEPA5.
Infatti, lo studio già menzionato condotto presso l'Università di Barcellona ha determinato che, mentre il 79% dei cani con lesioni oculari ha mostrato un miglioramento con terapie antiprotozoiche sistemiche e antinfiammatorie topiche, molti dei casi con uveite anteriore hanno richiesto una terapia topica a lungo termine.
Gli antinfiammatori locali possono migliorare le condizioni dell'occhio e limitare le complicazioni. Nei casi più gravi è possibile che sia necessario ricorrere ai corticosteroidi, ma devono essere usati con cautela a causa della condizione parassitaria sottostante. Oltre al trattamento, è importante fornire un'alimentazione adeguata che riduca al minimo i danni, come Leishmaniasis Advance, specificamente formulata per fornire un supporto nutrizionale al trattamento medico dei cani con questo problema.
Per facilitare la diagnosi e il trattamento, quando si analizzano le lesioni oculari infiammatorie del segmento anteriore e degli annessi, è importante considerare la possibilità che il paziente abbia la leishmaniosi, soprattutto nelle zone in cui questa malattia è endemica.