Tecniche di castrazione nei gatti e cure chirurgiche
La sterilizzazione o castrazione dei gatti comprende una vasta gamma di tecniche volte a modificare la capacità riproduttiva degli animali e a prevenire comportamenti anomali.1
Nelle femmine facciamo riferimento sia all'ovarioisterectomia, sia all'ovariectomia: nel primo caso vengono rimosse sia le ovaie che l'utero, mentre la seconda tecnica prevede la sola rimozione delle ovaie. Le due tecniche differiscono in termini di incisioni praticate: nel caso dell'ovariectomia sono infatti di dimensioni più limitate e sono associate a minori complicazioni. L'età raccomandata per la castrazione dei gatti è di 5-7 mesi. 1
Considerazioni preoperatorie
Dal momento che questo tipo di interventi chirurgici può essere eseguito per scopi diversi dal controllo riproduttivo, il periodo preoperatorio è il momento ideale per eseguire un corretto studio del sistema riproduttivo basato su anamnesi, segni clinici, esame obiettivo, esami di imaging, endoscopia, esami citologici e microbiologici, dosaggi ormonali, esami ematologici, profilo biochimico sierico, analisi delle urine e/o altri esami di laboratorio.1
Tale studio sarà essenziale per evitare possibili complicazioni future, alcune delle quali derivano dall'anestesia, che sarà generale nel caso di interventi non essenziali, come gli squilibri elettrolitici o le alterazioni dell'equilibrio acido-base. In questo ambito, e con il chiaro obiettivo di evitare eventi avversi, esistono dei protocolli anestetici.1
Chirurgia per la castrazione dei gatti
Una procedura corretta implica adeguate cure preoperatorie.1
- Prima dell'intervento, il paziente deve digiunare da 12 a 18 ore; in caso di paziente pediatrico, la durata del digiuno sarà compresa tra le 4 e le 8 ore.
- Inoltre, la vescica urinaria deve essere svuotata manualmente se il paziente non vi ha provveduto prima dell'induzione.
Sono state descritte molte varianti dell’ovarioisterectomia, compresi gli approcci dal fianco e laparoscopici e l'uso di punti metallici, bisturi a ultrasuoni, sistemi di cauterizzazione dei vasi, legature passanti o nodi di Miller. Di seguito si riporta una breve descrizione di una tecnica descritta da Fossum T.W.1 che può variare secondo il giudizio del veterinario e che viene praticata su decisione del veterinario stesso.1
- Si deve eseguire un'incisione nel terzo medio dell'addome caudale. Una volta esposta la linea alba, la si pinza e la si tira formando una sorta di tenda, per poi praticare un'incisione puntiforme nella cavità addominale. Estendere la linea di incisione cranialmente e caudalmente con le forbici Mayo, quindi sollevare la parete addominale sinistra afferrando la linea alba o la fascia del retto esterno con una pinza atraumatica.
- Dopodiché fare scorrere l'uncino da ovariectomia verso la parete addominale, 2-3 cm caudalmente rispetto al rene. Ruotare il gancio in direzione mediale per avvolgere il corno uterino, il legamento largo o il legamento rotondo, e sollevarlo dall'addome. Identificare (mediante trazione caudale e mediale) il legamento sospensorio sul bordo prossimale del peduncolo ovarico. Allungare o rompere il legamento sospensorio vicino al rene per portare l'ovaia all’esterno. A questo scopo usare il dito indice per applicare una trazione caudolaterale sul legamento sospensorio e mantenere una trazione caudomediale sul corno uterino.
- Praticare un foro nel legamento largo, caudale rispetto al peduncolo ovarico. Posizionare una o due pinze di Rochester-Carmalt attraverso il peduncolo, in posizione prossimale all'ovaia, e una attraverso il legamento stesso dell'ovaia. Eseguire una legatura a otto prossimale al di sotto delle pinze del peduncolo ovarico e scegliere una sutura di materiale riassorbibile.
- Iniziare inserendo l'estremità smussata dell'ago attraverso il centro del peduncolo, far passare la sutura attraverso un lato del peduncolo, far passare nuovamente l'ago nello stesso punto e nella stessa direzione, dopodiché far passare la sutura attraverso l'altro lato del peduncolo. Annodare la legatura e rimuovere una delle pinze per consentire la compressione del peduncolo.
- Il peduncolo ovarico deve poi essere resecato tra la pinza di Carmalt e l'ovaia. Si apre la sacca ovarica e si verifica la completa rimozione dell'ovaia. Si rimuove la pinza e si controlla che non ci sia emorragia.
- Seguendo il percorso del corno uterino, continuare fino all'ovaia opposta. Riposizionare le pinze e le legature nello stesso modo. Eseguire una finestra sul legamento largo, adiacente al corpo, all'arteria e alla vena uterina. Collocare ora una pinza di Carmalt attraverso il legamento largo su ciascun lato e resecare. Se la paziente è in estro o incinta, o se il legamento largo presenta un’elevata quantità di grasso vascolare, eseguire una legatura del legamento largo.
- Deve poi essere applicata una trazione craniale all'utero e legare alla cervice il corpo uterino craniale. Procedere con una legatura a forma di otto attraverso il corpo uterino usando la punta dell'ago e circondando i vasi uterini, così come un'altra legatura circolare più vicina alla cervice. Posizionare una pinza di Carmalt attraverso il corpo uterino, craniale rispetto alle legature. Resecare ora il corpo uterino e controllare che non ci sia emorragia.
- Infine, riposizionare il moncone nell'addome prima di rilasciare le pinze e chiudere la parete addominale in tre strati (linea alba, tessuto sottocutaneo e pelle).
Questa tecnica rimuove sia le ovaie che l'utero, anche se studi come quello di DeTora e McCarthy (2011) o Bentley (2018) mettono in dubbio la necessità di rimuovere l'utero e discutono le complicazioni tecniche di entrambi gli interventi.2,3
Considerazioni postoperatorie sulla castrazione dei gatti
Per quanto riguarda il processo postoperatorio del paziente, che è fondamentale per la corretta evoluzione dell'intervento, è necessario prendere in considerazione le cure richieste per la ferita stessa, come altresì i cambiamenti nutrizionali nella dieta.
Anche la gestione del dolore rappresenta un fattore importante nel periodo postoperatorio.4
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