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    Sterilizzazione cani femmina: valutazione delle preferenze

    La sterilizzazione della cagna dovrebbe essere una decisione motivata in ogni singolo caso. Analizziamo le preferenze dei pet parents nella comunità veterinaria e l'efficacia delle nuove tecniche chirurgiche, così come i pro e i contro della castrazione.

    Webinar tradotto: “La sterilizzazione sotto la lente d’ingrandimento:  una decisione ragionata per ogni singolo caso” - Dott. Fernando Mir

    La sterilizzazione non solo evita le cucciolate indesiderate, ma può anche prevenire varie malattie ormonali e persino allungare l'aspettativa di vita. Tuttavia, dovrebbe essere una decisione motivata, poiché in alcuni casi i rischi o le possibili complicazioni potrebbero superare i benefici della sterilizzazione.

    Anche in questo caso dobbiamo tener conto del fatto che le tecniche chirurgiche si sono evolute, cosicché oggi è possibile sterilizzare le femmine riducendo i traumi e le dimensioni dell'incisione.

    Principali pro e contro della sterilizzazione

    La sterilizzazione riduce il rischio di piometra, un problema che dipende dall'azione del progesterone e colpisce tra il 10 e il 25% delle cagne intere sotto i 10 anni. Se la sterilizzazione viene effettuata prima del primo calore, le probabilità di soffrire di tumori alla mammella si riducono allo 0,5%, mentre si tratta di un problema comune per le cagne intere. Previene anche le cisti e i tumori ovarici, nonché i tumori uterini e vaginali e le tipiche infezioni urinarie post-estro.

    La sterilizzazione chirurgica è però una decisione che deve essere presa tenendo conto delle caratteristiche di ogni singolo caso. Non si può dimenticare che, modificando il metabolismo, il fabbisogno energetico diminuisce del 20-30%, il che favorisce l'obesità e tutte le malattie correlate. Fortunatamente, questo problema può essere evitato con una dieta adeguata, formulata in modo da saziare e fornire tutte le sostanze nutritive necessarie con meno calorie, come Advance Weight Balance.

    La sterilizzazione aumenta di quasi il doppio anche l'incidenza di patologie come l'atopia, l'ipotiroidismo, le malattie croniche dell'apparato digerente e la trombocitopenia immunomediata. Un altro problema che può interessare tra il 2-20% delle cagne sterilizzate è l'incontinenza urinaria dovuta alla riduzione del tono dello sfintere, sebbene sia più comune nelle razze di taglia superiore ai 20 kg.

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    Quali tecniche di sterilizzazione preferiscono i pet parents della comunità veterinaria?

    Uno studio pubblicato sulla rivista Veterinary Surgery1 ha analizzato quale tecnica di sterilizzazione è stata preferita dai 1234 proprietari di cani di 5 ospedali universitari per l’insegnamento veterinario nel Nord America. Le opzioni analizzate sono state laparoscopia aperta, laparoscopia a doppia porta, laparoscopia a porta singola e chirurgia endoscopica transluminale con orifizio naturale.

    L'opzione preferita dai pet parents è stata l'ovariectomia laparoscopica a doppia porta, seguita dall'ovariectomia a porta singola. La chirurgia endoscopica transluminale con orifizio naturale è stata la tecnica meno utilizzata quando erano disponibili altre opzioni chirurgiche. Infatti, il 48% delle persone intervistate era disposta a spendere 100-200 dollari in più per un'ovariectomia minimamente invasiva che per una celiotomia aperta.

    Vale la pena chiarire che, sebbene questi risultati non possano essere estrapolati alla popolazione generale dei pet parents, è probabile che molti di loro preferiscano interventi chirurgici minimamente invasivi, poiché sono stati associati a minori complicazioni, una ridotta necessità di anestesia di soccorso e un recupero più rapido.

    In uno studio pubblicato su Veterinary Research Forum2 è stata eseguita su 8 cagne un'ovariectomia tradizionale con incisione dall'ombelico alla linea mediana caudale e un approccio laparoscopico a due porte da 5 e 10 mm su altre 8 cagne. I ricercatori hanno confrontato il tempo medio dell'intervento, la lunghezza totale della ferita, la perdita di sangue, i parametri clinici e sanguigni e le complicanze intra e post-operatorie.

    Hanno riscontrato che il tempo medio dell'intervento, la lunghezza totale della cicatrice, la perdita di sangue e le aderenze post-operatorie erano significativamente più basse nel gruppo sottoposto a laparoscopia rispetto alla chirurgia aperta, per cui rappresenta una procedura più vantaggiosa.

    Un altro studio dell’équipe del Dott. Tapia-Araya3 ha confrontato l'impiego dell'ovariectomia laparoscopica a porta singola e dell'ovariectomia laparoscopica a tre porte. I ricercatori non hanno rilevato differenze significative in termini di tempo chirurgico o di complicazioni perioperatorie, anche se la curva di apprendimento della laparoscopia a porta singola era più complessa, e raccomandano al veterinario di utilizzare la tecnica che meglio padroneggia.

    Bibliografia
    1.Hsueh, C. et. Al. (2018) Evaluation of pet owner preferences for operative sterilization techniques in female dogs within the veterinary community. Vet Surg; 47(S1): O15-O25.
    2.Shariati, E. et. Al. (2014) Comparison between two portal laparoscopy and open surgery for ovariectomy in dogs. Vet Res Forum; 5(3): 219-223.
    3. Tapia, A. et. Al. (2015) Laparoscopic ovariectomy in dogs: comparison between laparoendoscopic single-site and three-portal access. J Vet Sci; 16(4): 525-530.

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