Processionaria cane: diagnosi precoce indispensabile per evitare le sequele
La reazione infiammatoria è prolungata dalla capacità dei peli urticanti di restare attaccati alla zona mucocutanea. La posizione, il tipo di contatto e la precocità del trattamento sono correlati alla prognosi e alle sequele. La zona di contatto più frequente è il muso, dove, a seconda dell'area colpita, si scatenerà la cheilite e/o la stomatite. Le lesioni hanno inizio sotto forma di erosione e progrediscono formando ulcere e necrosi tissutale. I peli urticanti trasportati dall'aria possono entrare in contatto con la zona oculare e nasale, causando blefarite o ulcere corneali e rinite acuta.
La sintomatologia osservata dopo il contatto inizia con nervosismo, tendenza a toccare la bocca con le zampe, deglutizione ripetuta e ipersalivazione. In caso di ingestione compariranno episodi di vomito. La situazione evolve rapidamente in un angioedema che può impedire la chiusura della bocca, oltre a cianosi della lingua e ranula. Se la situazione clinica persiste, progredisce verso un coinvolgimento sistemico sotto forma di dispnea, edema laringeo, ipertermia e convulsioni, in grado di provocare coagulazione intravascolare disseminata e portare alla morte. Le alterazioni prodotte da contatto indiretto con i peli urticanti rispondono bene al trattamento specifico e raramente sono associate ad altre complicazioni.
La diagnosi precoce è importante per limitare le sequele e si basa su una buona anamnesi ambientale (si consideri il periodo dell'anno, eventuali contatti con la processionaria) per differenziarla da un quadro di allergia acuta ad altri allergeni. Si devono inoltre escludere punture di insetti, il contatto o l'ingestione di sostanze caustiche e l'elettrocuzione causata dalla morsicatura di cavi.
Il trattamento si basa sull'uso di corticosteroidi ad azione rapida per via endovenosa o intramuscolare (desametasone 1-4 mg/kg, metilprednisolone 8-15 mg/kg) associati ad antistaminici (difenidramina 1-2 mg/kg). Possono anche essere somministrate iniezioni locali di corticosteroidi nella lingua (metà della dose sistemica), previa sedazione del paziente. In caso di anafilassi è indicata la somministrazione di epinefrina sottocutanea (soluzione 1:1000, 0,1-0,5 ml/animale) o adrenalina 0,01 mg/kg e.v. lenta o endotracheale (0,2 mg/kg) se il cane è intubato.
Il trattamento acuto deve essere accompagnato da: protezione gastrica e terapia antibiotica (metronidazolo 20 mg/kg associato a enrofloxacina o spiramicina 75000 UI/kg).
Il cane verrà dimesso una volta messa sotto controllo la sintomatologia e dopo aver verificato che può ingerire da solo il cibo (in alcuni casi è necessario iniziare l'alimentazione enterale o parenterale fino a quando l'infiammazione della mucosa si riduce e le lesioni vengono trattate). A casa si dovranno continuare il trattamento antibiotico, la gastroprotezione e la corticoterapia (prednisone 0,5-1 mg/kg/12-24h vo). Si raccomanda inoltre di seguire una dieta che aiuti a ripristinare l'integrità della pelle e a ridurre l'infiammazione, come Advance Veterinary Diet Atopic Care.
È opportuno evitare di strofinare l'area interessata, in quanto ciò causa la rottura dei peli e l’aumento del rilascio di tossine. Sono indicati i lavaggi della zona di contatto con acqua calda, in quanto il calore disattiva la tossina. È possibile utilizzare anche aceto o sapone.
La migliore misura preventiva consiste nell’evitare il contatto del cane con la processionaria: evitare passeggiate in aree a rischio (pinete o aree adiacenti, in quanto possono essere trasportate anche dal vento) tra i mesi di febbraio e aprile, provvedere alla rimozione dei nidi negli alberi di casa (devono essere bruciati e bisogna sanificare la zona invasa) e comunicare alle autorità competenti se ci sono segni di parassiti in aree verdi o boschive.