Paziente politraumatizzato, discussione sul ginocchio
Il ginocchio è l'articolazione più frequentemente danneggiata nella traumatologia veterinaria. Quanto segue è una breve spiegazione dei diversi approcci volti a migliorare la salute delle articolazioni.
Articolazione e nutrizione
I problemi articolari necessitano di un approccio globale, trattando l'intera articolazione in modo generale, ovvero cartilagine, capsula sinoviale e osso. Per prevenire la calcificazione della cartilagine, la dieta viene integrata con vitamina K2. Esiste uno studio clinico in cui è stato descritto come la vitamina K interferisca nei problemi articolari, visto che gli animali che presentano la vitamina K2 più alta nel sangue hanno una calcificazione della cartilagine ritardata (studi articular care). Nella dieta vengono inseriti anche i condroprotettori (condroitina, glucosamina, ecc.)
Attualmente Affinity ha 3 prodotti disponibili sotto il marchio di diete ADVANCE:
- Articular care: per animali fino ai 7 anni.
- Articular care +7 years: per animali anziani
- Articular care reduced calorie: per ottenere anche il dimagrimento del cane, migliorando anche i problemi articolari.
Tutto questo migliora la qualità di vita dell'animale, ritardando l'evoluzione della malattia. Infine, il trattamento della degenerazione articolare con calcificazioni o osteoartrite dovrà essere chirurgico.
Paziente politraumatizzato, discussione sul ginocchio
Il ginocchio canino è una delle patologie più frequenti e la rottura del legamento crociato anteriore (LCA) è la più frequente. Ciò è dovuto alla particolarità delle razze moderne, poiché l'angolo formato dal ginocchio tra l'asse della tibia e l'asse del femore è di 170º, camminano con la zampa diritta e sovraccaricando il LCA. Una delle situazioni più comuni è la rottura del LCA controlaterale a 6 mesi. Le opzioni di trattamento più comuni sono la TPLO (osteotomia di livellamento del piatto tibiale) e il TTA avanzamento della tuberosità tibiale).
Di seguito descriviamo tre problemi specifici:
1. LCA rotto su piatti tibiali molto inclinati: un problema difficile da risolvere. Deriva da lesioni nella placca di crescita durante questo periodo. Esistono due tipi di approccio terapeutico:
- Stabilizzazione statica: mediante una tecnica extracapsulare (nei cani di piccola taglia), eseguendo una o due perforazioni nella parte prossimale della tibia e ancorando un tensore al sesamoide del gastrocnemio. La seconda tecnica è il fastak, attualmente in disuso a causa di problemi di infezione.
- Stabilizzazione dinamica: tecniche per cani di grossa taglia, tra cui TTA e TPLO, che è la scelta preferibile. In terzo luogo troviamo la TWO (osteotomia della tibia a cuneo), indicata in situazioni che presentano un’elevata inclinazione e vantaggiosa rispetto a TTA o TPLO.
2. Lussazione della rotula di grado IV: tipica della razza bulldog. Tramite osteotomie angolari si effettua una correzione angolare del femore, oltre a correggere la dislocazione. Si tratta di un metodo migliore rispetto alla correzione con la traslazione della tuberosità tibiale.
3. Rottura del LCA+lussazione della rotula: attualmente la soluzione più pratica è la realizzazione di una TTA + uno spostamento laterale della tuberosità tibiale.
Rottura del legamento crociato anteriore
- Protocollo pre-chirurgico: emogramma, biochimica, proteinogramma e test Elisa per la Leishmaniosi. Inoltre si eseguiranno un’anamnesi, un esame fisico (esame ortopedico e neurologico cercando di non sedare l'animale), e una radiografia del ginocchio laterale, antero-posteriore, dell'anca e della colonna vertebrale.
- Tumori: in casi sospetti, viene indicata una biopsia articolare.
- Complicazioni relative all'intervento chirurgico
- Infezioni (osteomielite): per evitarla è innanzitutto necessario ottenere una buona stabilità del punto di frattura con fissativi esterni o altra tecnica chirurgica. In secondo luogo è opportuno l’uso di antibiotici con coltura-antibiogramma. I più utilizzati sono quelli appartenenti alla famiglia dei carbapenems famiglia (imipenem) + inibitore DHP-I (cilastatina). Inizialmente per via endovenosa e tenendo sempre sotto controllo la funzione renale. In terzo luogo è opportuno ridurre i tempi di anestesia e intervento chirurgico.