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    Gastroenterite nei cani: trattamento della sindrome dell'intestino irritabile

    La gastroenterite nei cani rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo della sindrome dell'intestino irritabile. Rivediamo il ruolo della nutrizione e discutiamo i sintomi e l'eziopatogenesi della sindrome dell'intestino irritabile, oltre a fornire le linee guida per la diagnosi e il trattamento.

    Articolo aggiornato in data 09 dicembre 2022

    Research Report GRATIS: trattamento della diarrea e del vomito nel cane. Disturbi gastrointestinali più frequenti e trattamento dietetico.

    Introduzione

    La gastroenterite nei cani è un'infiammazione del tratto gastrointestinale che può essere causata da infezioni da batteri, virus o parassiti, così come dall'azione di determinati farmaci o anche da un cambiamento di dieta. Si tratta di uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo della sindrome dell'intestino irritabile, come rilevato in uno studio condotto presso la McMaster University1 in cui la diarrea è il sintomo principale.

    Nella risoluzione della diarrea, la composizione della dieta somministrata gioca un ruolo molto importante. Nell'intestino, gli enterociti sono atrofizzati e quindi hanno una minor capacità di trattenere l'acqua e di assorbire i nutrienti, per cui gli alimenti per i cani con sintomi di diarrea devono essere facilmente digeribili.

    Importanza della barriera intestinale per prevenire la gastroenterite nei cani

    La parete intestinale funge da scudo protettivo tra i microrganismi e l'animale. Il problema inizia quando i batteri, alterando la struttura epiteliale, riescono ad aderire alle cellule epiteliali o ad invaderle. Questo è il punto chiave in cui ha inizio l'infezione.

    È dunque essenziale cercare di proteggere l'epitelio intestinale per tenere a bada i microrganismi. La dieta e alcuni integratori alimentari possono aiutarci in questo compito. Si è visto che l'apporto di proteine plasmatiche nella dieta aiuta a tenere sotto controllo la pressione antigenica.

    Digestione di lipidi, proteine e carboidrati

    In generale, le diete per la diarrea canina sono a basso contenuto di grassi, in modo da facilitare la digestione e fornire all'organismo l'energia necessaria per svolgere le sue funzioni. Esistono tuttavia alcuni tipi di grassi che sono più facilmente digeribili e che contribuiscono alla guarigione della gastroenterite nei cani.

    È il caso dei trigliceridi a catena media (MCT) che sono facilmente assimilabili. Gli MCT sono caratteristici dell'olio di cocco e sono composti principalmente da acidi grassi con un numero di atomi di carbonio compreso tra 6 e 12 (C6[acido caproico]-C12 [acido laurico]).

    Questi trigliceridi a catena media presentano una digestione, un assorbimento e un trasporto più rapidi e facili rispetto a quelli a catena lunga, il che è un vantaggio quando ci troviamo in presenza di disturbi da gastroenterite nei cani in cui questi processi vengono alterati.

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    Sintomi della sindrome dell'intestino irritabile nei cani

    La sindrome dell'intestino irritabile è una condizione poco studiata in medicina veterinaria, ma si stima che colpisca tra il 5-17% dei cani con sintomi nell'intestino crasso, come descritto dai Dott. Bercik, Verdú e Collins2. In generale, ad essere più colpiti sono i cani di mezza età.

    Nei cani, il sintomo più comune associato alla sindrome dell’intestino irritabile è la diarrea. La consistenza delle feci può essere morbida o acquosa, spesso con presenza di muco. L'ematochezia non è comune.

    Molti casi presentano perdita di peso e possono verificarsi vomito ricorrente o persistente. Talvolta possono comparire complicazioni come l'ascite, in caso di ipoalbuminemia, o pallore delle mucose in caso di emorragia gastrointestinale cronica.

    Come per altri disturbi dell'intestino crasso, il quadro clinico può essere associato a tenesmo, che causa dolore e/o disagio. Può anche essere accompagnata da borborigmi e flatulenza. Il dolore addominale presente durante gli episodi può essere dovuto a spasmi intestinali o al gonfiore determinato dai gas causati dall'aerofagia.

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    Eziopatogenesi della sindrome dell'intestino irritabile

    Circa nel 75% dei casi la causa dell'infiammazione intestinale non è evidente,3 anche se si ritiene che possa essere associata a una perdita di tolleranza agli antigeni luminali, siano essi alimentari e/o batterici.

    Infatti, i cambiamenti nella dieta possono innescare la sindrome dell'intestino irritabile prima ancora che il cibo raggiunga il colon, il che suggerisce che alcuni ormoni gastrointestinali, come la colecistochinina e la gastrina, svolgono un ruolo importante in questa patologia.

    La sindrome dell'intestino irritabile dipende anche dallo stress. Gli animali che sono predisposti al nervosismo o che sono sottoposti a maggiore stress, come i cani da salvataggio, spesso sono più propensi a sviluppare questo problema.

    Tuttavia, alla radice della sindrome dell’intestino irritabile c'è una disfunzione nei meccanismi di controllo della motilità. È probabile che le alterazioni del sistema nervoso centrale producano un'eccessiva reattività dei circuiti centrali di stress che può innescare reazioni autonomiche ed endocrine, tra cui l'ipermotilità, come suggerito dai ricercatori dell’UCLA4.

    Come viene diagnosticata la sindrome dell'intestino irritabile?

    Le manifestazioni cliniche della sindrome dell'intestino irritabile nei cani sono numerose ma non specifiche, per cui la diagnosi avviene per esclusione, dopo aver escluso disturbi che causano sintomi simili, tra cui malattie infiammatorie intestinali, sensibilità alimentari, infezioni, pancreatite cronica o neoplasia.

    • Saranno necessari esami del sangue per valutare indicatori come la lipasi pancreatica nel siero o l'albumina sierica, che segnalano la perdita di proteine, una circostanza comune nella sindrome dell'intestino irritabile. 
    • Un'analisi coprologica, colture microbiologiche o la tecnica di Baermann consentono di rilevare la presenza di parassiti e batteri enteropatogeni.
    • È anche opportuno effettuare una valutazione dietetica per escludere possibili sensibilità alimentari.
    • In alcuni casi è necessaria una colonscopia con biopsia delle mucose di diverse aree per escludere malattie infiammatorie intestinali e neoplasie. Si noti che l'endoscopia è meno invasiva, ma il campionamento è più limitato.

    Trattamento della sindrome dell'intestino irritabile

    Solitamente comprende la modifica della dieta e l'uso di integratori di fibre, come altresì l'uso intermittente di farmaci antidiarroici e anticolinergici. In alcuni casi, l'aumento della quantità di fibra nella dieta può alleviare i sintomi, ma è importante tenere presente che troppa fibra fermentabile può stimolare la produzione di gas.

    Alcuni pazienti, soprattutto quelli che presentano diarrea in risposta agli alimenti, possono rispondere bene anche alla sola modifica della dieta, soprattutto in quelle a base di proteine idrolizzate, il che è indicativo di una possibile sensibilità alimentare. Per questo motivo, alcune diete con ingredienti altamente digeribili come Advance Gastroenteric possono aiutare a ridurre i disturbi gastrointestinali.

    La terapia farmacologica prevede:

    • l'uso di oppioidi come la loperamide, soprattutto durante la diarrea. 
    • Gli anticolinergici, come la ioscina, possono alleviare gli spasmi intestinali, ma spesso peggiorano l'ileo. 
    • Ai cani con dolori addominali può essere somministrata una miscela di antispasmodici e tranquillanti. È anche possibile combinare l'azione sedativa del clordiazepossido e l'effetto anticolinergico del clidinio bromuro per alleviare il disagio causato dall'aumento della funzione motoria del colon.
       

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    Bibliografia
    1. Cerquetella, M. et. Al. (2010) Inflammatory bowel disease in the dog: Differences and similarities with humans. World Journal of Gastroenterology; 16(9):1050-1056. 
    2. Bercik, P. et. Al. (2005) Is irritable bowel syndrome a low-grade inflammatory bowel disease? Gastroenterol Clin North Am; 34(2): 235-245.
    3. Sturgess, K. (2005) Diagnosis and management of idiopathic inflammatory bowel disease in dogs and cats. In Practice; 27(6): 293-301.
    4. Mayer, E. A. et. Al. (2001) Basic pathophysiologic mechanisms in irritable bowel syndrome. Dig Dis; 19(3): 212-218.