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    Gastroenterite nel gatto, cosa la provoca?

    La gastroenterite nel gatto è un termine generale che descrive un’irritazione o infiammazione del tubo digerente, caratterizzata dall'improvvisa comparsa di vomito e diarrea. Queste alterazioni possono avere un’eziologia multipla che tratteremo in questo post, insieme alla diagnosi e all’importanza della dieta.

     

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    Cause

    La gastroenterite acuta è un processo infiammatorio a decorso breve che interessa lo stomaco e l’intestino dei cani e gatti. Si presenta con frequenza nella pratica clinica e si riconoscono molteplici eziologie.1

    Le diverse cause sono comuni a tutte le razze ed età, anche se in animali giovani predominano le cause parassitarie (coccidi, giardia, diversi nematodi), ostruttive da corpi estranei, intussuscezione e agenti virali come il virus della panleucopenia felina. Anche negli adulti possono verificarsi disturbi metabolici come insufficienza epatica e renale, pancreatite acuta, piometra, diabete mellito scompensato e reazioni avverse a farmaci tra cui gli antinfiammatori steroidei e non steroidei.1

    Diagnosi

    Devono essere raccolti dati sulla specie, la razza, il sesso e l’età per via delle abitudini dei cuccioli. È importante valutare l’ambiente, lo stato degli altri animali con cui convive, il sovraffollamento e la possibilità di essere stato recentemente in un rifugio o pensione, per la maggiore probabilità di avere contratto una patologia infettiva contagiosa.1

    La diagnosi richiede un’anamnesi dettagliata alla ricerca dei dati sui vaccini, sulla sverminazione, sui cambiamenti dietetici, sul prurito e sulla possibile ingestione di sostanze tossiche. Devono essere analizzati la fase iniziale dei segni, la presenza o meno di appetito e l’evoluzione del quadro. La frequenza e il tipo di defecazioni, la presenza di muco o sangue fresco nelle feci, tenesmo e volume ridotto sono fattori che portano a pensare a condizioni che interessano l'intestino crasso.1

    La diarrea a volume elevato e la presenza di melena possono indicare un possibile disturbo dell’intestino tenue. Durante la palpazione addominale, la presenza di masse indurrà a valutare l'esistenza di corpi estranei, intussuscezione, tumori, granulomi (rari) o organomegalia (fegato, milza, reni, ovaie). Le anse intestinali aggregate indicano aderenze (frequentemente postchirurgiche) o ingestione di corpi estranei lineari (comune nei gatti). L’ingrandimento dei linfonodi mesenterici può essere indicativo di processi infiammatori, infezioni batteriche o micotiche o neoplasie.1

    gastroenterite gatto

    Devono essere eseguiti esami di laboratorio di routine per valutare eventuali problemi, nonché esaminare le feci in modo diretto per rilevare l'eventuale presenza di parassiti e di sangue fresco o digerito.1

    La coprocoltura è indicata qualora si sospettasse un’infezione batterica intestinale, come per esempio da Salmonella o Campylobacter. Esistono tuttavia portatori asintomatici e molti batteri sono considerati abitanti normali del lume intestinale, per cui non è possibile stabilire una relazione tra la presenza del batterio e la patologia. La coprocoltura riveste una speciale importanza se ci sono numerosi animali colpiti simultaneamente (rifugi, ricovero, sovraffollamento o rischio di zoonosi).1

    Gli esami radiografici, semplici e con contrasto, servono per confermare o scartare la presenza di corpi estranei, intussuscezione o masse addominali. L’ecografia può integrare le prove radiologiche, fornendo dati importanti in presenza di corpi estranei, intussuscezioni, linfoadenopatia, assenza o presenza di peristaltismo e spessore delle pareti intestinali e dello stomaco, nonché i relativi contenuti luminali.1

    In molte occasioni non si arriva a determinare la causa della gastroenterite acuta e si instaura una terapia sintomatica e di mantenimento nel paziente.1

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    Importanza della dieta

    È di fondamentale importanza osservare un riposo digestivo solido-liquido per circa 24-48 ore, per evitare l’abrasione dell’intestino da parte degli alimenti, impedire la colonizzazione del lume intestinale da parte di batteri estranei ed evitare la sensibilizzazione ad antigeni alimentari intatti, nonché per consentire il recupero delle disaccaridasi della cellula intestinale. Quando cessa il vomito si deve tentare la somministrazione orale di liquidi in piccole quantità per valutare la tolleranza digestiva; se è adeguata, si somministrano alimenti di facile digestione e assorbimento nell’intestino tenue, poco allergenici e a basso residuo.1

    Nei gatti può essere utilizzata la carne magra, anche se esistono altre opzioni come la soia o le uova sode.1

    Gli alimenti dovranno essere somministrati con una frequenza di 6-8 volte al giorno in piccole quantità per evitare il sovraccarico osmotico che potrebbe stimolare la diarrea. Da mantenere durante 5-7 giorni oppure fino a ottenere la formazione di feci normali, dopodiché si ritornerà gradualmente alla dieta abituale.1

    Nuevo llamado a la acción

    Riferimento bibliografico:
    1. Ortemberg L. (2012) Gastroenterología. In Gómez N.V., Feijoó S. (eds). Clínica médica de animales pequeños; 5:275-323. Eudeba.