FIV gatto. La PCR è affidabile nella diagnosi?
FIV o virus dell'immunodeficienza felina
Il virus dell'immunodeficienza felina (FIV) appartiene alla famiglia dei retrovirus e alla sottofamiglia dei lentivirus e la sua trasmissione è efficace esclusivamente attraverso i morsi. L'infezione ha varie fasi a seconda della replicazione del virus, per cui la diagnosi può essere diversa in ogni singola fase.
Nella fase iniziale si replica nei linfonodi regionali ed entra in circolazione, provocando una viremia e la conseguente formazione di anticorpi, seguita da un periodo di normalità asintomatica che può durare anche alcuni anni, in cui il gatto è sieropositivo e contagioso. Infine, subentra la fase di immunodeficienza per via della distruzione selettiva dei linfociti T CD4 e dell'alterazione del rapporto linfociti T CD4/CD8.
In quest'ultima fase, a causa della compromissione dello stato immunologico, si verificano infezioni croniche causate da microrganismi opportunisti (in questo articolo puoi trovare informazioni sull’evoluzione clinica causata dalla FIV).
La prognosi è, in linea di principio, fatale, poiché i gatti devono essere sottoposti a eutanasia entro pochi mesi dall'ingresso nella fase terminale, in quanto non sono in grado di controllare le malattie opportunistiche. Gli studi svolti finora indicano che i gatti infetti non presentano alcun rischio di contagio per l'uomo.
Per maggiori informazioni sui fattori di rischio connessi accedi a questo post.
Come individuare il virus negli animali vaccinati?
Negli animali vaccinati la diagnosi è controversa. È stato pubblicato uno studio1 il cui obiettivo era valutare la PCR nella diagnosi di infezione da FIV nei gatti. A tal fine sono stati analizzati campioni di gatti non infetti e non vaccinati contro la FIV, di gatti non infetti e vaccinati contro la FIV e di gatti infettati naturalmente e sperimentalmente con la FIV (sottotipi A, B e C). Per analizzare l'affidabilità diagnostica, i campioni sono stati inviati a 3 diversi laboratori in cui è stato effettuato anche l'esame sul sangue fresco. Lo stato di infezione dei gatti è stato confermato mediante isolamento del virus.
È stata ottenuta una sensibilità di analisi dal 43% al 93%, con specificità che variavano dall'81% al 100% nei gatti non vaccinati e dal 44% al 95% nei gatti vaccinati contro la FIV. Sono stati ottenuti risultati corretti nel 58-90% dei 124 gatti testati. Tutti i test hanno dato risultati errati sia nei gatti infetti che in quelli non infetti. I falsi risultati positivi di tutti i laboratori sono stati più elevati nei gatti vaccinati contro la FIV rispetto ai gatti non vaccinati e ciò suggerisce che la vaccinazione possa esercitare qualche interferenza in questo tipo di analisi della FIV.
Attualmente in Europa non esiste un vaccino contro il virus della FIV.