Emangiosarcoma nei cani. Sopravvivenza dopo la resezione chirurgica
L'età media in cui si presenta è di circa 10 anni, con predisposizione nelle razze Pastore Tedesco, Golden Retriever, Labrador Retriever e Boxer, pur potendo comparire anche nelle razze di piccola taglia. I punti di insorgenza più comuni sono la milza, l'atrio destro e la pelle. Si tratta di una neoplasia ad alta capacità di metastasi, con presenza più frequente di metastasi a livello epatico e polmonare.
Clinicamente la sintomatologia varia a seconda della localizzazione. Presenta sintomi generali (anoressia, inappetenza, ecc.) e, data la natura vascolare del tumore, emorragie che possono essere da lievi a gravi, fino a provocare un vero e proprio shock emorragico. A livello cardiaco, presenta considerazioni particolari, in quanto può causare sincope a causa di ostruzione vascolare e/o versamento pericardico in grado di costituire un tamponamento.
Per quanto riguarda il trattamento dell'emangiosarcoma nel cane, l’intervento chirurgico è il trattamento di elezione, con l'exeresi che è particolarmente importante quando c’è un coinvolgimento cardiaco, data l'urgenza delle possibili complicazioni (tamponamento, ecc.).
Per valutare la necessità di un trattamento adiuvante, presentiamo uno studio condotto a Philadelphia nel 2005 per il quale sono stati selezionati 23 cani con diagnosi di emangiosarcoma atriale, suddivisi in due gruppi di trattamento: intervento chirurgico e intervento chirurgico con chemioterapia adiuvante.
Nello studio svolto, il sintomo iniziale della malattia era la sincope nel 35% dei cani. In seguito i sintomi generali (come l’affaticamento) sono risultati essere i più frequenti. L'intervento consisteva in una pericardiectomia associata all'asportazione del tumore e ha avuto i seguenti risultati:
- I cani trattati con chemioterapia adiuvante (8) hanno avuto una sopravvivenza significativamente maggiore rispetto ai cani trattati con la sola chirurgia.
- Il numero medio di giorni di sopravvivenza nel gruppo di chirurgia e chemioterapia adiuvante è stato di 164 giorni, rispetto ai 46 giorni del solo trattamento chirurgico.
Pertanto, sulla base dei risultati precedenti, attualmente è accettato come trattamento ideale per l'emangiosarcoma atriale canino l’intervento chirurgico seguito da chemioterapia adiuvante. In altre sedi, come il rene, non sono chiare le evidenze a favore dell'uso della chemioterapia adiuvante.2 Inoltre, non vi è consenso unanime su quale sia il regime chemioterapico ideale, con gli attuali regimi a base di doxorubicina che sono i più utilizzati.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che un adeguato stato nutrizionale del cane aumenterà le probabilità di successo dei trattamenti, per cui una dieta idonea è necessaria al fine di garantire un corretto stato immunitario.