Alimentazione dei cani con diarrea
Un adeguato supporto dietetico al trattamento può fare la differenza tra successo e fallimento. Per fare un po' di luce sull'argomento, oggi confrontiamo due studi sull'alimentazione dei cani con enteropatie che rispondono alla dieta e sul loro effetto sulle citochine intestinali.
Che cos'è una citochina?
Le citochine sono proteine la cui funzione è quella di moderare e coordinare la risposta del sistema immunitario, attivando o inibendo la funzione di alcune cellule o addirittura l'espressione dei geni. Ne esistono varie tipologie: le interleuchine, il fattore di necrosi tumorale, gli interferoni, le chemochine e i fattori di stimolazione delle colonie.
Lo studio dell'Università di Bristol con proteine bioattive
Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare il ruolo della manipolazione alimentare nella gestione delle enteropatie croniche nei cani e di valutare il ruolo di un prodotto a base di plasma di suino disidratato inserito in un’alimentazione usata nelle malattie gastrointestinali. Sono stati utilizzati 33 cani affetti da enteropatia cronica e l'mRNA di 36 citochine nella loro mucosa duodenale è stato quantificato mediante PCR in tempo reale.
Alla fine del trattamento, l'mRNA è diminuito significativamente per la maggior parte delle citochine e nelle feci è stata riscontrata la presenza di immunoglobuline A, G e M; ciò suggerisce che il prodotto a base di plasma suino sia in grado di resistere al transito attraverso il tratto gastrointestinale. Anche sulla lamina propria del duodeno è stato osservato un numero significativamente inferiore di batteri quali Campylobacter jejuni e Campylobacter upsaliensis. I risultati di questo studio suggeriscono che la dieta in sé possa essere utilizzata con successo per gestire le enteropatie croniche, anche se i meccanismi utilizzati non sono ancora pienamente compresi.
Lo studio dell'Università di Berna con probiotici
In uno studio condotto dall'Università di Berna, in Svizzera, si è cercato di valutare se un integratore probiotico somministrato ai cani con diarrea che risponde all'alimentazione produca effetti benefici sul modello delle citochine intestinali e sul microbiota. A tal fine sono stati utilizzati ventuno cani che presentavano diarrea con risposta alla dieta.
Il metodo consisteva nell'eseguire un'endoscopia del colon e del duodeno, durante la quale sono stati raccolti campioni di tessuto intestinale e di feci, prima dell’inizio del trattamento e un’altra di controllo quattro settimane dopo. Dei ventuno cani, dieci sono stati trattati con un placebo e undici con un cocktail di probiotici. Nei campioni intestinali è stata analizzata l'abbondanza di mRNA intestinale di svariate interleuchine, del fattore di necrosi tumorale-a, del fattore di crescita trasformante b1 e dell’interferone (IFN)-c. La quantità di Lactobacillus spp, Bifidobacterium spp, Enterococcus spp ed enterobatteriacee e la quantità di probiotico fornito come integrazione sono state analizzate nelle feci.
Alla fine del trattamento sperimentale, il tasso di attività della malattia infiammatoria intestinale (un sistema di punteggio basato sull'atteggiamento generale, la consistenza delle feci, la frequenza dei movimenti intestinali e il vomito) è diminuito in tutti i cani, così come la quantità di mRNA intestinale dell’interleuchina duodenale IL-10, mentre l'mRNA dell’interferone è aumentato. Nelle feci, il numero di enterobatteriacee è diminuito sia nei cani che hanno assunto il probiotico, sia in quelli a cui è stato somministrato il placebo. Il numero di Lactobacillus è aumentato nei cani trattati con il probiotico confrontando i campioni di inizio e di fine trattamento. In sintesi, alla fine del trattamento tutti i cani sono migliorati clinicamente ma i modelli di citochine intestinali non sono stati alterati dalla dieta, indipendentemente da cosa gli animali abbiano assunto.