Shunt portosistemico nel cane, attenuazione mediante legatura con seta chirurgica
Cosa succede nello shunt portosistemico nel cane?
Nello shunt portosistemico nel cane si ha una comunicazione vascolare anomala tra la circolazione venosa portale e quella arteriosa. Per questo motivo le sostanze tossiche assorbite dall’apparato digerente passano direttamente nella circolazione generale, evitando il passaggio epatico e producendo tossicità cerebrale.
I sintomi più frequenti che ne derivano sono anoressia, depressione, letargia e, se la malattia è in stadio più avanzato, segni di encefalopatia epatica quali atassia, convulsioni e cambiamenti comportamentali.
Nello shunt portosistemico nel cane si verifica anche un danno epatico: l’atrofia del parenchima epatico si verifica prevalentemente a causa della mancanza di flusso sanguigno e di apporto di sostanze nutritive.
Tra le altre manifestazioni è frequente la comparsa di urolitiasi da urati, a causa delle grandi quantità di ammonio e acido urico che vengono escrete nelle urine.
Shunt portosistemico cane: Trattamento
Per il trattamento degli shunt portosistemici nei cani esiste un trattamento medico di supporto, non curativo, che si basa sulla correzione degli squilibri di fluidi ed elettroliti, oltre che su una dieta povera di proteine, lattulosio e antibiotici con l’intento di attenuare i segni dell’encefalopatia epatica. D’altro canto, il trattamento definitivo di elezione è l’intervento chirurgico mediante legatura del passaggio della comunicazione venosa. In relazione a ciò, e al fine di valutare il risultato dopo l’intervento di shunt portosistemico nei cani mediante legatura con seta chirurgica, è stato svolto uno studio su 49 cani, tutti affetti da shunt extraepatici.1
- È stato riscontrato un basso tasso di mortalità, con risoluzione completa nel 34% degli animali e con risoluzione parziale nel 66%. Si è dunque concluso che questa è una tecnica efficace e sicura in modo clinicamente significativo se eseguita da un chirurgo esperto con esperienza.
- Il grado di risoluzione clinica è stato valutato mediante test di tolleranza all’ammonio, titolazione sierica post-prandiale degli acidi biliari, concentrazioni di colesterolo e urea plasmatica e attività degli enzimi epatici, riscontrando che la funzione epatica dopo l’intervento chirurgico era normale nel 78% dei cani, di cui il 70% con risoluzione parziale dello shunt.
- La persistenza di una funzione epatica anomala è stata la previsione più sensibile nella ricorrenza di questo disturbo, in cui la maggior parte dei cani con evidenza biochimica di persistenza dello shunt ha presentato una recidiva dei segni clinici entro 18 mesi dall’intervento.
- Infine, cinque cani hanno sperimentato segni clinici neurologici in relazione alla “sindrome da crisi epilettiche post-legatura”. Si tratta dunque di una sindrome che potrebbe verificarsi in un numero non trascurabile di animali.