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    La pancreatite nei cani e il ruolo predittivo della proteina C-reattiva

    La mortalità per pancreatite necrotica nei cani è elevata, quindi è necessario un marcatore per individuarla precocemente e stabilire un trattamento adeguato. In questo post ci concentreremo sulla proteina C-reattiva.

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    Pancreatite nei cani: introduzione

    La pancreatite canina può essere ampiamente classificata come acuta, ricorrente o cronica. La pancreatite acuta è caratterizzata istologicamente da edema pancreatico fino alla necrosi, infiltrazioni variabili di cellule mononucleate e polimorfonucleate, necrosi e trombosi del grasso peripancreatico. La pancreatite cronica è caratterizzata da fibrosi e infiammazione mononucleare di basso grado e può essere una conseguenza della pancreatite acuta o un processo subclinico che può presentarsi sotto forma di diabete o di insufficienza pancreatica esocrina. La pancreatite nei cani può essere ulteriormente classificata in base al suo effetto sul paziente come lieve o grave, non mortale o mortale, e anche per la presenza di sequele, cosicché si tende a equiparare la pancreatite acuta lieve con l'edema pancreatico e la pancreatite severa o mortale con la necrosi pancreatica.

    Pancreatite acuta canina (AP): importanza

    Si tratta di una malattia comune nei cani. Sebbene la maggior parte dei casi di pancreatite canina siano di gravità moderata e autolimitati, in alcuni casi si sviluppano complicazioni sistemiche che possono portare alla morte. I tassi di mortalità descritti per la pancreatite acuta grave variano dal 27% al 42%. Negli esseri umani sappiamo che il grado di necrosi e l'infezione batterica sono due fattori determinanti della mortalità, quindi c'è un interesse particolare nella ricerca di biomarcatori che identificano il rischio di necrosi pancreatica.

    Predire la mortalità: la proteina C-reattiva (PCR)

    La PCR, un reagente in fase acuta, viene sintetizzata dal fegato in risposta a infiammazione, infezione e distruzione dei tessuti. La sua sintesi è stimolata da altri fattori infiammatori quali TNF, IL-1 e IL-6. La sua facile determinazione e il basso costo la rendono lo standard aureo come marcatore plasmatico della gravità della malattia. Sebbene non esistano studi pubblicati sulla concentrazione plasmatica della PCR in cani con pancreatite acuta, alcuni recenti abstract supportano l'ipotesi che le concentrazioni di PCR abbiano un valore pronostico, trovando livelli significativamente elevati in cani con pancreatite grave (necrotica) rispetto ai cani con pancreatite moderata (interstiziale). Sulla base di ciò, è stato effettuato uno studio1 in cui è stata misurata la concentrazione sierica di PCR in campioni di sangue di cani affetti dalla malattia rispetto al gruppo di controllo. Le concentrazioni sieriche di PCR sono state misurate il giorno della diagnosi (giorno 1) e, nei cani in cui è stato possibile, nei giorni 3 e 5. Le concentrazioni sieriche di PCR sono risultate elevate in questo gruppo di 16 cani con pancreatite acuta. Nei 7 cani su cui sono state effettuate le misurazioni ai 3 giorni, la concentrazione media di PCR è diminuita dal giorno della diagnosi alla misurazione effettuata 5 giorni dopo. Tuttavia, le concentrazioni di PCR sono rimaste significativamente superiori ai controlli nel giorno 5. La durata media del ricovero ospedaliero nel gruppo della pancreatite acuta canina è stata di 7,5 ± 3,2 giorni. Su 16 cani con pancreatite acuta, 14 sono stati dimessi e 2 sottoposti a eutanasia.

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    Conclusioni

    Nel presente studio, le concentrazioni di PCR sono risultate significativamente più elevate nei cani con PA rispetto a quelli del gruppo di controllo. La concentrazione è diminuita significativamente nel tempo nei 7 cani sottoposti a misurazione in tutti e 3 i punti temporali, ma è rimasta significativamente più alta rispetto al gruppo di controllo, anche il giorno 5 dopo la diagnosi. Tutti questi cani hanno mostrato un miglioramento clinico, potendo essere dimessi dall'ospedale. Pertanto, le concentrazioni di PCR possono essere utili per monitorare la progressione clinica e la risposta alla terapia della pancreatite nei cani. Studi supplementari con un elevato numero di casi maggiormente diversificati per gravità sono dunque giustificati per determinare l'utilità della PCR come fattore in grado di predire la gravità nella pancreatite acuta canina. 1.Jennifer L. Holm et al.C-reactive protein concentrations in canine acute pancreatitis. Journal of Veterinary Emergency and Critical Care 14 (3) 2004, pp183^18 6.

    Research Report Urinary