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    Quali piante sono tossiche per i gatti?

    L'avvelenamento da piante è di solito accidentale e tende a verificarsi nei gatti che hanno facile accesso a parchi, giardini e, soprattutto, alle  piante di casa.2

     

    I gatti sono animali strettamente carnivori e, nonostante siano meno curiosi dei cani, anche loro mostrano un certo interesse per le piante, masticando foglie, steli, fiori, oltre a mangiarne occasionalmente i semi.3,4 Il motivo per cui questi animali sviluppano tali comportamenti è ancora sconosciuto, ma un'ipotesi è che la fibra vegetale favorisca il transito intestinale, aiutando ad espellere le palle di pelo e offrendo un arricchimento nutrizionale alla dieta grazie alle vitamine e ai minerali naturalmente presenti nella pianta.4 Altre forme di esposizione includono l'ingestione dell'acqua del vaso, l'esposizione da contatto orale, dermico od oculare e l'inalazione dell’umidità emanata dalla pianta.

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    La tossicità di una pianta può variare notevolmente a seconda di diversi fattori come la famiglia a cui appartiene e la quantità e le parti che sono state ingerite.3 Tutte le piante, comprese le erbe, possono tuttavia avere un effetto irritante sul sistema gastrointestinale del gatto.5 Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, i felini mostrano segni di intensità da lieve a moderata e autolimitanti, come vomito e diarrea. Gli effetti sistemici che colpiscono il fegato, i reni, il sistema nervoso centrale o il sistema cardiovascolare sono meno frequenti, anche se possono essere provocati da alcune delle piante che si trovano comunemente nell'ambiente.3

    È inoltre importante ricordare che a volte il contatto con gli steli, le foglie o la linfa di una pianta può causare irritazione alla pelle del gatto, portando a eruzioni cutanee e ipersensibilità alla luce solare, così come vesciche e prurito nel cavo orale e alle gengive, starnuti e problemi oculari. Alcuni esempi sono le foglie di piante commestibili come pomodori, fragole, carote, sedano, zucchine e cetrioli.5

    Piante potenzialmente pericolose

    La lista delle piante potenzialmente pericolose è molto lunga e varia a seconda della località geografica. La flora europea ha un numero di specie pericolose significativamente inferiore rispetto a quella africana e americana.2

    In cima alla lista troviamo le Liliaceae, piante ornamentali molto comuni, usate soprattutto in eventi e celebrazioni. Questa famiglia comprende svariati generi, ma quelli che sono stati descritti come nefrotossici per i gatti sono i generi Lilium e Hemerocallis.1

    Durante il periodo natalizio entrano nelle case piante come l'Euphorbia pulcherrima, meglio conosciuta come poinsettia o stella di Natale. La sua linfa è ricca di euforbina, una sostanza tossica che a contatto con gli occhi e la pelle del gatto può causare dermatiti e problemi oculari,6,7 mentre l'ingestione può provocare irritazione delle mucose, salivazione, vomito e raramente diarrea.8

    piante tossiche per gatti

    Durante il periodo natalizio occorre prestare particolare attenzione anche ad altre due piante con una curiosa somiglianza a livello estetico, il Viscum album o vischio e l'Ilex aquifolium o agrifoglio. Nelle foglie e nelle radici il vischio contiene viscotossine, glicoproteine con effetti neurotossici e cardiaci, mentre l'agrifoglio presenta varie sostanze quali ilicinailexantinateobromina e tannini che causano disturbi gastrointestinali, vomito e diarrea.6,7

    piante tossiche per gatti

    piante tossiche per gatti

    Altre piante potenzialmente tossiche per i gatti sono il potos, l'azalea, l'oleandro, il ricino o fico del diavolo, i crisantemi, il ciclamino o viola persiana, l'edera, la stella di Betlemme o ornitogallo e le felci, per citarne alcune.5

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    Diagnosi e trattamento

    È fondamentale l'identificazione delle piante sospette, così come la conoscenza del luogo in cui l'animale vive e delle altre aree che può frequentare al di fuori della casa.7 In molti casi, i nomi comuni delle piante possono variare da una regione all'altra, quindi per evitare errori l'identificazione dovrebbe basarsi sul nome scientifico.

    È importante notare che non esistono antidoti per la maggior parte delle piante tossiche, quindi il trattamento, solitamente sintomatico e di supporto7, e varia a seconda del tipo di pianta coinvolta nell'avvelenamento e dei segni clinici presentati dal gatto.2

    Lo scopo del trattamento è quello di indurre l'emesi nell'animale, per ridurre l'assorbimento della tossina o, nel migliore dei casi, per eliminarla dal corpo. È inoltre possibile ricorrere alla lavanda gastrica e all'uso di carboni attivi, tannini e sostanze lassative. In linea generale, l'aspetto più importante del trattamento è quello di assicurare il corretto funzionamento fisiologicostabilizzare i segni vitali.2

    Dopo una decontaminazione iniziale del corpo, verrà somministrata una fluidoterapia per correggere la disidratazione e le perdite digestive, così come prevenire l'insufficienza renale. Si dovrà mantenere il monitoraggio delle funzioni cardiache, epatiche e renali. Altri sistemi di organi che possono essere interessati dall'intossicazione e che devono essere monitorati sono l'apparato neurologico e quello gastrointestinale. Può essere necessario effettuare esami emocromocitometrici e biochimici di controllo al momento dell'arrivo dell'animale e a 24, 48 e 72 ore dopo l'esposizione alla sostanza tossica.3

    Prevenire le intossicazioni in casa è relativamente semplice se si conoscono quali piante sono potenzialmente tossiche per i gatti e vengono rimosse per evitare un'esposizione inutile.5 Per i gatti che non vivono esclusivamente in casa, la situazione è complicata dal fatto che hanno accesso a numerosi altri luoghi dove è difficile prevenire l'esposizione al rischio.

    Per tutti quei gatti che mostrano interesse per le piante, un'alternativa potrebbe essere quella di acquistare piante sicure e benefiche con effetti positivi sulla loro salute e lasciarle a disposizione affinché possano giocarci e morderle. Alcuni esempi sono la valeriana o l'erba gatta.4

    Gastro Feline
    Riferimenti bibliografici:
    1. Fitzgerald, K. T. (2010). Lily toxicity in the Cat. Top Companion Anim Med 25(4). 213-217.
    2. Anadón, A., Martínez-Larrañaga, M. R., Ares, I and Martínez, M. A. (2018). Poisonous Plants of the Europe. Veterinary Toxicology 62. 891-909.
    3. Milewski, L. M., Khan, BS. A. and Khan, S. A. (2006). An overview of potentially life-threatening poisonous plants in dogs and cats. Journal of Veterinary Emergency and Critical Care 16(1). 25-33.
    4. Tami, G. Gatos que comen plantas. Affinity Petcare. Consultato il 5 dicembre 2020 da http://affinity-static-landings.s3.amazonaws.com/yourpet/Descargables-PR....
    5. Los peligros ocultos de las plantas. ISFM. Consultato il 5 dicembre 2020 da https://www.avepa.org/articulos/plantas.html
    6. Mintegi, S. (2008). Manual de intoxicaciones en Pediatría. Madrid: Ergón.
    7. Severino, L. (2009). Toxic plants and companion animals. CAB Reviews 4. 1-6.
    8. Cortinovis, C and Caloni, F. (2013). Epidemiology of intoxication of domestic animals by plants in Europe. The Veterinary Journal 197. 163-168.