Meningite cane. Recidive in cani con meningite-arterite
La meningite può avere diverse cause, prevalentemente infettive, ma anche di origine immunitaria o idiopatica.
La meningite può avere diverse cause, prevalentemente infettive, ma anche di origine immunitaria o idiopatica. La meningite-arterite è un'infiammazione delle meningi e delle arterie del sistema nervoso centrale del cane a causa non infettiva che viene descritta prevalentemente nei cani di razze grandi e sotto i 2 anni. Grazie alla sua origine immunomediata, il trattamento con glucocorticoidi è il più indicato.
Segni clinici di meningite-arterite
Nella sua forma acuta, questa malattia si presenta con forti dolori cervicali, febbre e iperestesia generalizzata. Meno frequente è la forma cronica, caratterizzata anche dalla comparsa di deficit neurologici come atassia o tetra o paraparesi con picchi di miglioramento e ricadute nel tempo.
I segni clinici caratteristici sono:
- Analisi del sangue: leucocitosi neutrofila
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Liquido cerebrospinale (LCR):
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Colore arancione all'analisi visiva
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Pleocitosi all’analisi microscopica: Nella forma acuta si osserveranno neutrofili polimorfonucleati, mentre nella forma cronica si avrà pleocitosi mononucleare. A differenza dei casi di meningite batterica, i neutrofili non risulteranno degenerati.
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Questa malattia è stata associata alla comparsa di poliartrite immunomediata nel 46% dei casi.
Trattamento e prognosi
Il trattamento per la meningite immunomediata è l'uso di glucocorticoidi. Di solito, dopo l'inizio del trattamento, si osserva un notevole miglioramento che riduce il rischio di sequele.
Uno dei protocolli di trattamento tipici di questa malattia è la somministrazione di prednisone a dosi decrescenti:
- Primi 2 giorni: 2 mg per chilogrammo di peso ogni 12 ore
- 2 settimane successive: la dose si riduce della metà (1 mg per chilogrammo ogni 12 ore)
- Per il mese successivo: 0,5 mg/kg ogni 12 ore
- Secondo mese: 0,5 mg/kg ogni 24 ore
- Terzo mese: 0,25 mg/kg ogni 24 ore
- Infine, il trattamento verrà concluso con 0,25 mg/kg ogni 48 ore per altri 2 mesi.
Normalmente, la prognosi è eccellente se il cane risponde bene al trattamento (1).
In caso di recidiva, o se questo schema non è efficace, si raccomanda la combinazione con farmaci immunosoppressori come l'azatioprina (1,5-2 mg per chilo di peso ogni 48 ore). In questo caso, il trattamento viene effettuato per almeno 6 mesi, con controlli ogni 4-6 settimane.
Se la presentazione della meningite-arterite è acuta, ma i segni sono lievi e il numero di cellule nel liquido cerebrospinale è inferiore a 200 cellule per microlitro, può essere indicato il trattamento con FANS. In questo caso, il monitoraggio del paziente canino sarà esaustivo e attento al possibile deterioramento neurologico.
Recidive
Il ritiro del trattamento con glucocorticosteroidi dovrebbe essere lento e graduale nell'arco di diversi mesi. Tuttavia, alcuni animali possono avere una ricaduta durante questo processo.
Nel recente studio di Biedermann et al (2) sono stati analizzati i tassi di recidiva di meningite-arterite con risposta agli steroidi. Il valore della proteina C-reattiva nel siero e nel liquido cerebrospinale è stato utilizzato come indicatore per oggettivare lo stato del paziente canino. Questa proteina è elevata durante i processi infiammatori.
I valori sono stati misurati al basale e dopo 3 mesi, sia che si fosse verificata una ricaduta o che l'animale si fosse ripreso normalmente.
Durante lo studio si sono verificate ricadute nel 32,4% dei cani. Tuttavia, ciò non si è tradotto in risultati analitici, in quanto nel 75% dei pazienti canini che avevano subito almeno una ricaduta, i livelli di proteina C-reattiva nel siero e nel liquido cerebrospinale erano normali. D'altra parte, tra i cani senza ricadute, i valori normali erano presenti in quasi il 100% dei casi.
In conclusione, gli autori notano che, sebbene i valori della proteina C-reattiva non siano un indicatore predittivo affidabile, il loro aumento può indicare una terapia più continua. D'altra parte, un valore normale di proteina C-reattiva nel siero non esclude una ricaduta, per cui è necessario prestare comunque attenzione all'evoluzione del paziente canino nei mesi successivi all’insorgenza della malattia.
(1) Cloquell Miro A, Mateo Pampliega I. Meningoencefalitis de origen desconocido en el perro [Internet]. Centro Veterinario n. 52, Julio-Agosto 2012.
(2) Biedermann E, Tipold A, Flegel T. Relapses in dogs with steroid-responsive meningitis-arteritis [Abstract]. J Small Anim Pract. 2016 Feb;57(2):91-5